"In uno scenario che resta
drammatico sia per la quotidianità nella gestione dei siti che
per la prospettiva industriale, con la sottoscrizione
dell'accordo per lo smart working e la definizione della giusta
interpretazione dell'accordo cigs dello scorso 25 luglio
sull'integrazione all'ammortizzatore sociale, si conferma che
nell'ex Ilva le adeguate relazioni industriali sindacali restano
l'unico elemento di certezza. L'azienda ha confermato il
rispetto dei numeri massimi di utilizzo della cassa integrazione
che rientrerebbero nei limiti previsti con la marcia di due
altoforni, ovvero 2.850 unità". Lo dichiara Guglielmo
Gambardella, segretario nazionale Uilm, al termine dell'incontro
con Claudio Picucci, responsabile Hr di Acciaierie d'Italia in
As.
"Purtroppo - aggiunge - restano sul tavolo tutte le criticità
relative ai pagamenti dei subappalti con il rischio
licenziamento dei lavoratori interessati, la mancanza della
pianificazione dei necessari investimenti nel 2025 per la messa
in marcia degli impianti di verticalizzazione di Taranto, Genova
e Novi ligure che restano fermi nonostante la ripartenza del
secondo altoforno a Taranto".
Inoltre, sottolinea ancora Gambardella, "c'è incertezza sui
tempi di chiusura del bando di gara di cui abbiamo appreso la
proroga solo a mezzo stampa. Se si allungassero i tempi di
cessione, a maggior ragione, come abbiamo sempre chiesto al
governo, c'è bisogno di sostegno economico di lungo respiro e
non prestiti spot che rendono la gestione di un gruppo
siderurgico improntata sul vivere alla giornata. È quindi
necessaria la riconvocazione a Palazzo Chigi per capire le
intenzioni del governo - conclude il sindacalista - su come
arrivare alla vendita del gruppo nel suo complesso".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA