È stato aggiornato al 28 febbraio il
tavolo tenuto al ministero del Lavoro dopo la richiesta di
proroga di cassa integrazione straordinaria avanzata da parte di
Acciaierie d'Italia per 12 mesi per 3.420 lavoratori ex Ilva, di
cui 2.955 a Taranto. I sindacati di categoria hanno chiesto
unitariamente che prima di entrare nel merito degli
ammortizzatori sociali venga convocato un tavolo a palazzo Chigi
per discutere della situazione complessiva degli impianti, anche
in vista della definizione della procedura di vendita. "La
trattativa è solo iniziata - ha spiegato al termine
dell'incontro Valerio D'Alò, segretario nazionale della Fim Cisl
- perché parlare di cassa integrazione è un pezzo di un
ragionamento molto più complesso. Si sta per chiudere il termine
di questi ulteriori 10 giorni per la definizione delle gare" per
l'assegnazione dello stabilimento, "per noi è importante capire
cosa sta succedendo sul versante politico per poi procedere alla
chiusura di un accordo di cassa integrazione". Secondo D'Alò
infatti "sono tanti i temi che viaggiano all'unisono" e "la
cassa integrazione prevede anche quali impianti marciano, come e
quando" e "quello è il bigliettino da visita con cui consegniamo
lo stabilimento ai nuovi acquirenti". "Ecco perché - ha aggiunto
- diciamo convocateci a Palazzo Chigi, togliamo dal tavolo tutti
i dubbi politici che ci possono essere. Se ricordiamo bene come
è andata già con Arcelor Mittal, questa non è una trattativa che
dura un mese o una settimana. I tempi non devono essere dettati
da nessuna fretta e da nessuna scadenza di procedura. Vanno
fatte le cose per bene, perché sappiamo bene che dopo questa -
ha concluso - non ce nessun'altra nuova amministrazione
straordinaria".
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