"Un vero e proprio disastro. La crisi
della produzione industriale, iniziata ormai da 26 mesi,
prosegue senza sosta e si configura come un tunnel senza uscita
visibile, soprattutto considerando l'incertezza economica
globale che potrebbe ulteriormente aggravare la tempesta
perfetta sulle nostre industrie. Ma il Ministro Urso continua a
raccontare imperterrito che tutto va bene, nonostante le sue
quotidiane rassicurazioni siano smentite dai dati. Il Governo
affronti con realismo questa drammatica realtà e si assuma le
proprie responsabilità". Così il segretario confederale della
Cgil Pino Gesmundo dopo i dati Istat.
"Il limitato progresso mensile, un guadagno di un decimale -
sottolinea il dirigente sindacale - scompare di fronte alla
discesa tendenziale dell'1,8%, che coinvolge quasi tutte le
macro-categorie ad esclusione dell'energia".
"Oltre due anni di discesa costante della produzione, più di
115 mila lavoratori a rischio coinvolti nei tavoli di crisi del
Mimit, calo del fatturato con perdite superiori ai 40 miliardi
di euro e aumento vertiginoso del ricorso agli ammortizzatori
sociali e ai fondi di solidarietà, con il picco di Cigs
nell'industria che a marzo ha segnato un +147,71% rispetto a
marzo 2024. Cosa altro si deve aggiungere a questo quadro -
chiede il segretario confederale della Cgil - per far sì che il
Governo prenda atto dell'inefficace azione politica del proprio
Ministro dell'Industria? "La Presidente Meloni si assuma le
proprie evidenti responsabilità e inizi a fare qualcosa. È
urgente attuare una politica industriale strategica in grado di
sostenere il settore produttivo e di rilanciare la capacità di
spesa delle famiglie, che sono il motore della domanda interna",
conclude Gesmundo.
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