"L'ultima rilevazione dell'Inps
conferma, con dati alla mano, ciò che la Uil Calabria denuncia
da tempo: la nostra regione continua ad avere una domanda
elevatissima di sostegno sociale e di accesso a misure di
inclusione lavorativa, a fronte di una persistente debolezza del
tessuto produttivo e di non incrocio tra domanda ed offerta di
lavoro". Lo afferma Mariaelena Senese, segretaria generale della
Uil Calabria in riferimento ai numeri contenuti nel Report
sull'applicazione di Assegno di inclusione, Supporto per la
formazione e il lavoro e Reddito di cittadinanza in Calabria che
fotografano l'evoluzione dei sostegni economici e di inserimento
lavorativo nel biennio 2023-2024.
"Nel 2024, i nuclei percettori dell'Assegno di inclusione in
Calabria - è scritto in una nota della Uil Calabria - sono stati
56.007, per un totale di 141.417 persone coinvolte, con un
importo medio mensile pari a 595 euro. Si tratta di un dato che,
seppure inferiore rispetto al numero di percettori del
precedente Reddito di cittadinanza (84.982 nuclei nel 2023,
191.334 persone), evidenzia una riduzione della copertura che
lascia fuori una fascia significativa della popolazione in
condizione di vulnerabilità. Ancora più eloquenti i dati sul
Supporto per la formazione e il lavoro. La Calabria è la quarta
regione d'Italia per numero di beneficiari, con 14.540 persone
coinvolte (11% del totale nazionale), che hanno ricevuto il
sussidio per una media di 7,4 mensilità, un dato superiore alla
media nazionale. Questo dato, pur segnalando una buona adesione
alla misura, mostra anche l'elevata persistenza del bisogno
economico tra i calabresi, in particolare tra le donne e le
fasce più anziane. Preoccupanti, poi, sono le disuguaglianze di
genere: il rapporto evidenzia come le donne beneficiarie siano
più numerose e presenti in misura maggiore nelle fasce d'età
50-59 anni. Un segnale chiaro di un mercato del lavoro che
continua a penalizzare le donne, soprattutto quelle che hanno
dovuto rinunciare a percorsi lavorativi a causa di carichi
familiari e assenza di servizi".
"Questa fotografia sociale - sottolinea Senese - non può
essere letta solo in chiave assistenziale. È l'indicatore che in
Calabria occorre intercettare e valorizzare le competenze
disponibili al fine di garantire percorsi dignitosi di
reinserimento. Il passaggio dal Reddito di cittadinanza a un
sistema duale come Adi e Sfl può avere senso solo se
accompagnato da un investimento serio su politiche attive, presa
in carico, formazione e sviluppo territoriale. Diversamente,
rischia di diventare una redistribuzione dei bisogni più che una
strategia di inclusione".
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