Una piccola rivoluzione dai
(possibili) grandi effetti. Da oggi anche gli arbitri - di
calcio e non solo - hanno il loro sindacato. E potrebbero anche
scioperare, visto che la legge 36 del 2021 li inquadra nella
nuova figura del 'lavoratore sportivo'. La novità non è infatti
un'associazione di categoria, ma una vera e propria
rappresentanza sindacale. Ad annunciarla è la Cgil, che
all'interno della Slc (sezione lavoratori della comunicazione)
ha aperto un gruppo dedicato a tutti i direttori di gara di ogni
disciplina. Prossimamente, prevista una presentazione con il
segretario generale, Maurizio Landini, a cui potrebbero
partecipare anche le altre sigle confederali.
E' inaccettabile, spiega la segretaria nazionale Cgil, Sabina
Di Marco, "che l'arbitro, figura centrale dello sport, spesso
esposto a rischi fisici e verbali, operi senza tutele e
riconoscimento adeguati". Della sezione arbitri, alla quale
partecipano gia' alcuni iscritti, fa parte, come da foto di
lancio, anche Duccio Baglioni, gia' vicepresidente Aia e
tesserato dell'assoarbitri. L'iniziativa e' pero' indipendente
dalla associazione che fa parte della Figc, 'datore di lavoro'
dei direttori di gara. Solo quelli del calcio sono 30 mila, con
una crisi di vocazione solo in parte superata e che si lega a
difficolta' economiche e violenze sui campi minori. Poi c'e'
tutto l'universo degli altri sport, dilettantistici e non. Per i
quali il decreto 36, all'articolo 25.1, ha rivoluzionato il
concetto di lavoratori. Introducendo anche il concetto di tutele
previdenziali e assicurative. Perchè gli arbiti non sono solo
Rocchi o Fabbri.
Lo scopo del nuovo sindacato, dunque, e' - spiegano Di Marco
e il segretario generale Slc, Riccardo Saccone - quello di
"assicurare un lavoro sicuro, dignitoso e regolamentato a tutti
gli arbitri, a partire dai più giovani". Ad oggi, sottolinea
Cgil, nonostante la nuova legge gli arbitri restano di fatto
esclusi dai diritti garantiti ad altre categorie. In assenza di
un contratto collettivo e della disciplina del ruolo, dei
compensi e della sicurezza, si moltiplicano situazioni di
precarietà e forte disagio, dalla mancanza di versamenti
previdenziali e assicurativi, all'assenza di protezione legale
in caso di aggressioni o incidenti. L'Aia, che da parte sua
conduce una battaglia contro la violenza sui suoi tesserati, ne
ha contati 59 casi nel solo febbraio scorso.
"Tra le rivendicazioni più urgenti ci sono - spiega ancora
la Cgil - minimi salariali dignitosi, copertura Inail e
previdenziale, riconoscimento dell'attività come lavoro a tutti
gli effetti, tutela contro le violenze fisiche e verbali,
formazione continua e valorizzazione dei percorsi formativi".
Per il sindacato arbitri, si tratta di obiettivi da raggiungere
facendo leva "sull'articolo 33 della Costituzione che promuove
il valore educativo e sociale dell'attività sportiva". "È tempo
che chi fa rispettare le regole le veda finalmente
riconosciute", concludono Di Marco e Saccone, sottolineando
infine come la nascita della sezione arbitri in Slc contribuisca
ad affermare "lo spirito della campagna referendaria della Cgil,
in quanto rafforza la rappresentanza collettiva dei diritti e il
ruolo fondante di lavoratrici e lavoratori nella società".
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