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La fidanzata di Khashoggi, Biden ha le mani sporche di sangue

La fidanzata di Khashoggi, Biden ha le mani sporche di sangue

Il presidente Usa oggi ha incontrato il principe bin Salman. "Ho parlato di diritti umani e sollevato il caso"

NEW YORK, 16 luglio 2022, 16:30

di Claudio Salvalaggio

ANSACheck

L 'incontro tra Biden e il principe bin Salman © ANSA/EPA

L 'incontro tra Biden e il principe bin Salman © ANSA/EPA
L 'incontro tra Biden e il principe bin Salman © ANSA/EPA

Una calorosa stretta di mano al re saudita Salman. Ma solo un gelido e silenzioso saluto battendo il pugno con suo figlio, il principe Mohammed bin Salman, il reggente di fatto del Regno che lo ha accolto a palazzo Al-Salam a Gedda e che l'intelligence Usa ha indicato come il mandante del brutale assassinio di Jamal Khashoggi. Joe Biden è ricorso a questa contrapposizione e a questo escamotage (meno compromettente ma secondo molti ipocrita) per evitare l'imbarazzo di un gesto che sarebbe stato immortalato per sempre dalle telecamere di tutto il mondo, dopo che in campagna elettorale aveva promesso di trasformare Riad in un paria a causa dell'omicidio del giornalista saudita dissidente. Ma non è bastato ad evitare una bufera di ulteriori polemiche, a partire da Hatice Cengiz, che ha twittato quello che secondo lei avrebbe pensato il suo fidanzato Khashoggi: "è questo il conto che avevi promesso di far pagare al mio assassino? Il sangue delle prossime vittime di Mbs è sulle tue mani". "Il saluto col pugno...è stato peggio che una stretta di mano

.E' stato vergognoso. Ha proiettato un livello di intimità e agio che ha dato a Mohammed bin Salman la redenzione ingiustificata che ha cercato disperatamente", le ha fatto eco Fred Ryan, editore e Ceo del Washington Post, il giornale per cui collaborava Khashoggi. Biden è stato così spinto a fare una inattesa conferenza stampa per sbandierare i risultati raggiunti e assicurare di aver sollevato la questione dei diritti umani e del delitto "in cima all'incontro" con MbS", dicendogli in modo "diretto e chiaro" che lo ritiene "personalmente responsabile", anche se lui ha respinto sostanzialmente ogni colpa, come ha riferito lo stesso presidente. "Quello che è accaduto a Khashoggi è oltraggioso. Ho messo in chiaro che se accade ancora qualcosa del genere avranno una risposta" adeguata, ha proseguito. Biden è sbarcato a Gedda per affrontare la tappa più difficile del suo primo viaggio da presidente in Medio Oriente: una visita che segna il ritorno degli Usa dopo anni di disimpegno nella regione, dove vogliono tornare ad avere "un ruolo guida senza lasciare vuoti che siano riempiti dalla Russia o dalla Cina", come ha spiegato lui stesso. Il suo scopo principale è quello di normalizzare le relazioni tra Israele e i Paesi Arabi - con un fronte comune contro la minaccia iraniana - sotto l'ombrello degli accordi di Abramo lanciati dal suo predecessore Donald Trump, correggendo però l'isolamento dei palestinesi. L'inquilino della Casa Bianca ha già incassato le prime aperture, tra cui la decisione di Riad di aprire lo spazio aereo "a tutti i vettori", mettendo così fine al bando contro i voli da e per Israele e consentendo il sorvolo dei suoi aerei verso l'Oriente. Una svolta che gli ha permesso di fare la storia, diventando il primo presidente americano ad andare con un volo diretto dal suolo israeliano in un Paese arabo che non riconosce lo Stato ebraico. In cambio il premier israeliano Yair Lapid ha dato il suo ok per la restituzione a Riad della sovranità delle isole di Sanafir e Tiran, da dove entro fine anno si ritireranno i peacekeaper americani.

Con una tappa a Betlemme, dove ha annunciato fondi per 316 milioni di dollari e l'aiuto di Israele a passare alla rete 4G per accelerare la digitalizzazione dell'economia, Biden è riuscito anche riavviare i rapporti con i palestinesi (cancellati in epoca Trump) e a rilanciare il dialogo per la soluzione dei due stati, benché abbia riconosciuto che al momento non ci sono le condizioni per negoziati. Ma è a Gedda, dove ha avuto un bilaterale di tre ore con re Salman prima di un incontro allargato con MbS e vari ministri sauditi, che si è giocata la partita più difficile. Anzi, più partite. Una è quella per convincere Riad a proseguire sulla via della normalizzazione dei rapporti con Israele, entrando negli accordi di Abramo. Un'altra è quella per ottenere dai sauditi un aumento della loro produzione di greggio per sostituire quello russo, sotto embargo occidentale per la guerra in Ucraina, diminuendo il prezzo stellare della benzina e la corsa sfrenata dell'inflazione che minano le chance democratiche alle elezioni di Midterm e anche le sue alle presidenziali del 2024. Su questo il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha già detto che non vi sarà alcun annuncio a breve, ma Biden ha dichiarato di aspettarsi "ulteriori passi dai sauditi sull'energia nelle prossime settimane", forse quando si riunirà nuovamente l'Opec, dove Riad detta la linea e finora ha fatto sponda al Cremlino tenendo chiusi i rubinetti. Tra i risultati raggiunti l'impegno dei sauditi ad estendere la tregua in Yemen mediata dall'Onu e la partnership sulle energie rinnovabili. In agenda c'erano altri dossier, come la cybersicurezza, la sicurezza alimentare ed energetica, la minaccia iraniana. Tutti temi che hanno obbligato Biden a cambiare approccio verso Riad in nome della realpolitik. Anche a costo di dover scambiare con MbS un meno impegnativo ma pur sempre significativo saluto col pugno.

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