Scintille in tribunale a Ny tra il giudice e Donald Trump, minacciato di essere espulso dall'aula dopo aver ripetutamente ignorato il monito a non fare commenti ad alta voce durante la testimonianza della scrittrice E. Jean Carroll, che lo accusa di diffamazione per aver negato una vecchia aggressione sessuale. La difesa di Carroll aveva segnalato al giudice di aver sentito commenti udibili anche dalla giuria, del tipo "è una caccia alle streghe", "è una truffa", "mente", "è falso".
"Signor Trump, spero di non dover prendere in considerazione l'idea di escluderla dal processo. Capisco che probabilmente non vede l'ora che lo faccia", ha detto il giudice Lewis Kaplan. "Mi piacerebbe", ha risposto il tycoon. "So che le piacerebbe. A quanto pare non riesce proprio a controllarsi in questa circostanza", ha replicato il magistrato. "Neppure lei", ha ribattuto l'ex presidente.
"Sono qui perché Donald Trump mi ha aggredito e, quando l'ho scritto, ha detto che non è mai successo. Ha mentito e questo ha distrutto la mia reputazione": questo ha detto Carroll nella sua testimonianza in tribunale, nella sua seconda causa civile per diffamazione contro il
tycoon, che l'ha ascoltata assistito facendo smorfie e scuotendo la testa.
"Ha mentito il mese scorso. Ha mentito domenica. Ha mentito ieri. E sono qui per riprendermi la mia reputazione", ha proseguito. "Un tempo ero una rispettata editorialista, ora sono conosciuta come una bugiarda, una truffatrice e una matta", ha aggiunto, citando le offese subite sui social.
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