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L'Ue si riarma, 'siamo in pericolo, dobbiamo difenderci'. Concordati 5 principi per la pace in Ucraina

L'Ue si riarma, 'siamo in pericolo, dobbiamo difenderci'. Concordati 5 principi per la pace in Ucraina

Intesa a 27, no di Orban su Kiev. Zelensky: 'Non mi sento solo'

BRUXELLES, 07 marzo 2025, 10:48

di Mattia Bernardo Bagnoli

ANSACheck
Zelensky al Consiglio Ue, sentiamo di non essere soli © ANSA/AFP

Zelensky al Consiglio Ue, sentiamo di non essere soli © ANSA/AFP

I 27 capi di stato e di governo dell'Unione Europea al vertice straordinario sulla difesa si trovano d'accordo e danno luce verde al piano 'ReArm' proposto dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Certo, ora servono i testi legislativi, dunque i dettagli. Arriveranno presto. "L'Europa affronta un pericolo chiaro, dobbiamo essere in grado di proteggerci", ha scandito la tedesca accanto a Volodymyr Zelensky e al presidente del Consiglio Antonio Costa. "Sentiamo la vostra vicinanza, siamo contenti di non essere soli", ha ribattuto il leader ucraino reduce da una settimana a dir poco traumatica.

Ecco, il senso del summit - oltre a "scrivere la prima pagina del libro della difesa comune europea", come spiega un alto funzionario Ue - è proprio quello di riaffermare il sostegno del Vecchio Mondo alla causa ucraina e riprendere il cammino (strettissimo) verso una pace giusta, evitando se possibile la capitolazione. Le discussioni - a tratti segretissime, con solo i leader nella sala, senza assistenti e cellulari - hanno dunque toccato l'ampio spettro delle opzioni da perseguire: rafforzare la mano dell'Ucraina, con nuovi aiuti militari (e qui l'Ue prevede almeno 30 miliardi per il 2025); esplorare le dinamiche della possibile coalizione dei volenterosi disponibile a mettere gli scarponi sul terreno una volta raggiunta la pace; coinvolgere Kiev nel piano di riarmo europeo, aprendole la via degli appalti congiunti incentivati dal nuovo fondo da 150 miliardi.

Con un però. Se per la difesa comune sono tutti d'accordo (compreso il premier ungherese Viktor Orban), per la parte delle conclusioni dedicate all'Ucraina, in cui appunto si batte il tasto sul sostegno rinnovato e in cui si enunciano dei principi cardine per la pace (per esempio che "qualsiasi accordo deve essere accompagnato da garanzie di sicurezza solide e credibili"), il magiaro è entrato in conclave puntando i piedi.

E non ha voluto sentire ragioni. L'escamotage allora è stata la dichiarazione del presidente Costa controfirmata dai 26, dimostrazione plastica della spaccatura. Nella pratica cambia poco ma nel lessico europeo suona molto male. E la prassi ora potrebbe persino estendersi ad alte iniziative. "Non abbiamo più tempo. È sempre più difficile superare il blocco di Budapest, ecco perché nella mia proposta per dare un aiuto militare extra all'Ucraina c'è la possibilità di formare una coalizione in modo che un Paese non fermi gli altri", ha dichiarato l'Alto rappresentante Ue Kaja Kallas. "Puntiamo all'unità ma se non c'è l'Ungheria parla per sé". Zelensky d'altra parte ha ammonito: entro 5 anni Mosca potrà schierare "300 brigate". Ovvero dai 900mila all'1,5 milioni di soldati.

I francesi, a quanto si apprende, hanno chiarito che la 'coalition of the willing' è "aperta a tutti" ma che al momento è ancora "prematuro" per avere le modalità della missione vera e propria. Però, è il ragionamento, per chiedere la copertura Usa - il cosiddetto "backstop" - prima gli europei devono capire cosa offrire. Naturalmente l'eco della proposta di Emmanuel Macron di aprire un dibattito sulla condivisione dello scudo atomico francese ha fatto irruzione nei corridoi - il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito la sua lealtà all'ombrello Nato, dunque Usa, mentre per il polacco Donald Tusk "vale la pena" prenderla in considerazione - ma non è stata discussa al tavolo dei leader. Anche lì, prematuro.

Passiamo al 'ReArm Europe'. Al di là dei dettagli (è già chiaro che la possibilità di usare i fondi di coesione non spesi, circa 350 miliardi, per la difesa, sarà decisione di ogni singola capitale) appare assodato che i 27 chiederanno alla Commissione di fare persino di più di quanto proposto. Berlino ha ottenuto un passaggio in cui si chiede di esplorare "ulteriori misure" - seppur garantendo al contempo la "sostenibilità del debito" - per "facilitare una spesa significativa per la difesa a livello nazionale in tutti gli Stati membri". Persino riaprendo il Patto di stabilità per avere margini maggiori, come piacerebbe anche all'Italia.

Non solo. Non si escludono - dicono fonti bene informate - passi ulteriori sullo strumento di investimento comune, magari arrivando ai sussidi con eurobond oltre che ai prestiti. Ma qui si va oltre il dibattito di questo vertice: le idee non mancano.
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Il vertice Ue concorda i 5 principi per la pace in Ucraina

Nella dichiarazione a 26 sull'Ucraina del vertice Ue, approvata senza l'ungherese Viktor Orban, vengono confermati i cinque "principi" su cui gli europei si riconoscono per arrivare alla pace giusta in Ucraina (così come previsto dalle bozze pre summit) alla luce "del nuovo slancio dei negoziati". Il primo è "nessun negoziato sull'Ucraina senza l'Ucraina" così come si ribadische che "qualsiasi accordo deve essere accompagnato da garanzie di sicurezza solide e credibili" per Kiev. 

Nel testo delle conclusioni i cinque principi vengono indicati uno a uno riaffermando anche la necessità di garantire l'integrità territoriale dell'Ucraina
Innanzitutto, il testo afferma che "non ci possono essere negoziati sull'Ucraina senza l'Ucraina" e "non ci possono essere negoziati che incidano sulla sicurezza europea senza il coinvolgimento dell'Europa poichè a sicurezza dell'Ucraina, dell'Europa, transatlantica e globale sono intrecciate".
Inoltre, "qualsiasi tregua o cessate il fuoco può avvenire solo come parte del processo che porta a un accordo di pace globale" e "qualsiasi accordo di questo tipo deve essere accompagnato da garanzie di sicurezza solide e credibili per l'Ucraina che contribuiscano a scoraggiare future aggressioni russe".
Infine, ma non per questo meno importante, il documento adottato dai 27 sottolinea e ribadisce che "la pace deve rispettare l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina". 

Von der Leyen, 'migliore garanzia per Kiev è suo esercito'

"La migliore garanzia di sicurezza dell'Ucraina è l'esercito ucraino e ora lo strumento da 150 miliardi darà un contributo al suo sostegno perché una sua quota andrà all'Ucraina". Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen al termine del vertice Ue. Il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa ha poi aggiunto che grazie alla deroga al Patto di stabilità le capitali avranno più spazio fiscale per gli aiuti militari e da alcuni Stati membri arrivano promesse aggiuntive per 15 miliardi di euro. 

Costa, 'giorno chiave per l'Ue, sarà più sovrana'

"Oggi è un giorno chiave per l'Europa e la sicurezza per gli europei. Oggi diamo risposte concrete, ci muoviamo verso un'Europa della difesa più sovrana.
Oggi abbiamo deciso di puntare più in alto, con l'approvazione di un primo pacchetto di proposte". Lo ha detto il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa al termine del vertice Ue.

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