Il tribunale di Arica,
città portuale di 220mila abitanti nel nord del Cile al confine
con il Perù, ha imposto condanne che sommano 560 anni di carcere
a 31 venezuelani e tre cileni che facevano parte del Tren de
Aragua, l'organizzazione criminale transnazionale nata nel
carcere di Tocorón nel 2014 e diffusasi da un paio di anni in
molti paesi delle Americhe, compresi gli Stati Uniti che l'hanno
inserita, come Ecuador e Argentina, nelle loro liste di
organizzazioni terroristiche.
"Nel contesto di un storico processo orale nel paese (il
Cile) contro il crimine organizzato transnazionale, la procura
di Arica ha ottenuto diverse pene che sommano a circa 560 anni
di reclusione effettiva", ha dichiarato la Procura cilena in un
comunicato diffuso sui social network.
I 34 condannati facevano parte dei Los Gallegos, un
franchising che operava come "braccio armato" del Tren de Aragua
in Cile e sono stati condannati per una serie di omicidi e
sequestri oltre che per traffico di armi ed associazione
criminale, tra i vari reati.
Il verdetto è stato letto in un'aula con forti misure di
sicurezza e da remoto, secondo quanto stabilito dalla Corte
Suprema cilena.
Si tratta di uno dei processi più rilevanti svolti in Cile
contro il crimine organizzato transnazionale, sia per i reati
sia per il numero di accusati. I 31 venezuelani condannati erano
entrati in Cile dal Perù durante la pandemia di covid-19.
Durante operazioni nel 2022 contro Los Gallegos, la polizia ha
scoperto una "casa delle torture", trovando tre cadaveri sepolti
sul posto.
Dopo l'arresto dei vertici della banda dei Gallegos "nella
regione di Arica quest'anno abbiamo trascorso circa due mesi
senza alcun omicidio, mentre negli anni precedenti a fine
febbraio avevamo già tra i 10 e i 15 omicidi", ha dichiarato il
procuratore capo di Arica, Mario Carrera.
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