Un'analisi dell'Usgs, in cui si stima che ci sia una probabilità del 35% che il numero delle vittime del disastroso terremoto di ieri sia compreso tra 10.000 e 100.000, precisa anche che il costo finanziario del disastro potrebbe raggiungere decine di miliardi di dollari e potrebbe addirittura superare il Pil del Myanmar.
Bill McGuire, professore di geofisica e rischi climatici presso l'University College di Londra (Ucl), ha affermato che si è trattato "probabilmente del più grande terremoto ad aver colpito il Myanmar negli ultimi tre quarti di secolo". McGuire ha avvertito che "sono previste altre scosse di assestamento".
Per spiegare questo terremoto, Rebecca Bell, esperta di tettonica dell'Imperial College di Londra, ipotizza un movimento di spinta laterale della faglia di Sagaing, che attraversa il Paese al centro da nord a sud. È qui che la placca tettonica indiana a ovest incontra la placca della Sonda, che forma gran parte del Sud-est asiatico: una faglia simile per dimensioni e movimento alla faglia di Sant'Andrea in California.
"La faglia di Sagaing è molto lunga, 1.200 km, e molto dritta", spiega Bell. "La natura rettilinea fa sì che i terremoti possano verificarsi su aree estese: più ampia è l'area della faglia che scivola, più forte sarà il terremoto." In questi casi i terremoti possono essere "particolarmente distruttivi", aggiunge Rebecca Bell, spiegando che quando il terremoto avviene a profondità ridotte, la sua energia sismica si dissipa quando raggiunge le aree popolate. Ciò provoca "molte scosse in superficie", aggiunge.
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