La presenza latinoamericana
nel conclave che si riunisce domani sarà storica: dodici Paesi
della regione troveranno voce grazie a 22 cardinali elettori,
col Brasile che vanta una pattuglia di spicco di sette
porporati, e l'Argentina di quattro. Una rappresentanza che pesa
circa un sesto su 133 elettori, che gli osservatori interpretano
come uno spostamento dell'asse del potere interno alla Chiesa
cattolica. Le posizioni e le carriere di molti di questi
religiosi riflettono infatti la visione pastorale di Papa
Francesco: accompagnare i poveri, difendere i diritti umani e
costruire la pace.
Anche se il blocco non è omogeneo infatti, la vicinanza a
Bergoglio testimonia una visione di apertura e prossimità del
gruppo.
Della delegazione brasiliana solo due sono stati nominati da
Benedetto XVI: l'arcivescovo di San Paolo, il 75enne Odilo
Scherer; e il 77enne João Braz de Aviz, a capo del Dicastero
per gli istituti di vita consacrata e le società di vita
apostolica.Promossi da Papa Francesco sono invece il 74enne
arcivescovo di Rio de Janeiro Orani João Tempesta; quello di
Manaus, il 74enne Leonardo Ulrich Steiner; il 65enne arcivescovo
di Salvador Sérgio da Rocha, il 64enne Jaime Spengler a capo
dell'arcidiocesi di Porto Alegre, voce potente per ila difesa
dell'ambiente, soprattutto dopo le tragiche alluvioni dello
scorso anno, che hanno colpito Rio Grande do Sul; e il 57enne
Paulo Cezar Costa, arcivescovo di Brasilia.
Quanto agli argentini, sono stati tutti nominati da
Bergoglio, ovvero il 62enne Víctor Manuel Fernández che guida il
Dicastero per la dottrina della fede; il 66enne Angel Sixto
Rossi, arcivescovo di Córdoba, di Santiago del Estero il 72enne
Vicente Bokalic Iglic e il 77enne arcivescovo emerito di Buenos
Aires, Mario Aurelio Poli.
Il Messico ha due cardinali. Uno è Carlos Aguiar Retes (75
anni) - riconosciuto da Papa Francesco - una voce determinata
contro la sottomissione della Chiesa al potere. Accanto a lui,
figura Francisco Robles Ortega, portatore di una. netta
sensibilità sociale. Cuba avrà un solo voto, quello di Juan de
la Caridad García Rodríguez, promosso da Bergoglio nel 2019,
mentre per il Nicaragua sarà il cardinale Leopoldo Brenes ad
avere voce in capitolo.
Dal Guatemala, Ramazzini continua a essere un baluardo in
difesa dei popoli indigeni e dei diritti umani, mentre dal Perù,
Castillo Mattasoglio è stato chiaro: la corruzione strutturale
deve essere smantellata e lasciare spazio a nuove forme di
Chiesa.
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