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Le scuole italiane nel mondo, veicolo di crescita e dialogo

Le scuole italiane nel mondo, veicolo di crescita e dialogo

A Roma prima conferenza degli istituti all'estero: 'Fare rete'

ROMA, 14 aprile 2025, 17:35

Redazione ANSA

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La formazione italiana nel mondo come strumento per promuovere la nostra identità, per aiutare i figli dell'emigrazione e i giovani delle comunità locali a costruirsi un futuro, e per rilanciare messaggi di dialogo e pace. Ruota attorno a questi obiettivi la diplomazia culturale della Farnesina, che per la prima volta ha riunito a Roma le scuole italiane all'estero - 7 statali e 47 paritarie - per condividere le buone pratiche e rilanciare questa strategia. Con il museo Maxxi di Roma a fare da padrone di casa.
    "Noi abbiamo circa 70-80 milioni di figli di discendenti dei nostri migranti, e questo di per sé diffonde in tutto il mondo la lingua italiana, dall'Africa all'America Latina, fino all'Australia. E la diplomazia si occupa di questo, perché innanzitutto ha il dovere di fornire un servizio ai cittadini che vivono all'estero e a quelli che cittadini possono diventare", ha spiegato nel suo intervento di apertura il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli. C'è poi l'aspetto della diplomazia economica: in quanto Paese di export, "mantenere un legame culturale tra l'Italia e il resto del mondo è un modo per promuovere anche la diffusione dei nostri prodotti e per favorire il turismo nel nostro Paese", ha aggiunto.
    Connesso a questo aspetto Cirielli ha ricordato poi che siamo un Paese "che ha bisogno di immigrazione. E se qualcuno si prepara nelle nostre scuole può in seguito venire a lavorare in Italia con una formazione, in un circuito legale". Infine, guardando ai macroscenari, il viceministro ha sottolineato che "grazie all'amore che c'è in tutto il mondo per la nostra cultura abbiamo l'opportunità unica di portare parole di pace, solidarietà e amicizia anche in questa epoca di grandi turbolenze".
    Per tutti questi elementi "il governo guarda con molta attenzione al sistema della formazione italiana nel mondo", ha spiegato il sottosegretario all'Istruzione Paola Frassinetti, ricordando alcune riforme promosse che "ben si inseriscono in questa direzione". Ad esempio, "la riqualificazione degli istituti tecnici e professionali" e la creazione del "liceo del Made in Italy". Tutti luoghi che possono accelerare la "transizione scuola-lavoro dando sbocchi in settori fondamentali" che fanno da traino alla nostra economia, ha sottolineato.
    Le scuole italiane all'estero (il primo esperimento risale all'Unità d'Italia con il collegio di Alessandria d'Egitto) stanno inoltre registrando un crescente interesse delle comunità locali. "E' un trend che vogliamo incoraggiare", ha assicurato il direttore generale per la diplomazia pubblica e culturale della Farnesina, Alessandro De Pedys, riferendo che ci sono programmi di borse di studio per far sì che i percorsi scolastici all'estero possano proseguire nelle università italiane. E i nostri istituti all'estero, ha confermato da parte sua il vicedirettore Filippo La Rosa, sono un "grandissimo acceleratore di interesse verso l'Italia". Perché "la scuola si frequenta tutti i giorni, non c'è nulla che lega di più ad un Paese".
    Al Maxxi sono stati proposti alcuni panel di discussione, dagli strumenti per valorizzare la formazione alle prospettive lavorative dopo i corsi di studi. Ed è stata anche rilanciata la necessità di fare rete tra le scuole, per fruttare al meglio questo patrimonio. Di questo progetto è capofila la Dante Alighieri: il suo segretario generale, Alessandro Masi, in occasione della conferenza del Maxxi ha presentato il progetto Adasim, una fondazione che riunisce 50 scuole nel mondo.
    L'obiettivo è ambizioso: condividere esperienze di alto profilo nell'insegnamento dell'italiano ed in italiano, per promuovere l'aggiornamento professionale e per affrontare insieme le sfide dell'educazione, elaborando e mettendo a terra nuovi progetti.
    Per Masi si tratta di un "asset strategico della nostra diplomazia culturale".
   

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