Quest'anno compie 86 anni di onorato servizio, sempre presente nei Conclavi dal 1939. E' la stufa in ghisa che dal 7 maggio prossimo segnerà, ancora una volta, i passaggi chiave per l'elezione del nuovo Pontefice. Se gli occhi di tutto il mondo saranno puntati sul comignolo posto sul tetto della Cappella Sistina, toccherà alla stufa bruciare le schede utilizzate dai cardinali per la votazione. La fumata che tutti i fedeli attendono non arriverà però dal suo forno bensì da una "sorella" più giovane.
Si tratta di una apparecchiatura del 2005 che verrà utilizzata per bruciare i fumogeni che dovrebbero dare il colore nero in caso di non elezione e quello bianco al momento della scelta del successore di Papa Francesco. Entrambe le stufe sono già state collocate all'interno della Cappella e la seconda collegata all'esterno con il supporto di un traliccio in tubo e giunto ed attivata elettronicamente.
La sostanza che dà il via alla fumata nera è composto da un mix di sostanze che prevede perclorato di potassio, antracene e zolfo; mentre quello che dà il colore bianco è formato da clorato di potassio, lattosio e colofonia.
La storia delle fumate è ricca di aneddoti perché in passato il colore non era sempre evidente, almeno all'inizio della fumata.
Si è così deciso, ormai dai tempi dell'elezione di Ratzinger del 2005, di accompagnare la fumata bianca con il suono a distesa delle campane. In questo modo il messaggio che arriverà dalla Sistina, ovvero c'è un nuovo Papa, sarà inequivocabile.
Nulla, comunque, è lasciato al caso. In caso di un problema alla stufa all'interno del Conclave sarà presente un tecnico della Direzione del Settore Infrastrutture e Servizi del Governatorato che rimarrà per tutto il tempo delle votazioni in un piccolo locale vicino alla Sistina. Con un comando remoto della stufa sarà pronto ad intervenire tempestivamente in caso di necessità, in modo tale che nessun imprevisto possa ostacolare la celebre ed attesa fumata bianca.
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