L'atteso confronto di giovedì prossimo tra le delegazioni di Russia e Ucraina a Istanbul ha una sorta di prologo cinematografico nel giorno d'apertura del festival di Cannes. La proposta di tre documentari sulla realtà dell'Ucraina mostrati oggi nella sala dedicata al grande critico Jean Bazin, ha un evidente significato politico che non può essere sganciato dall'impegno del presidente francese Macron per il gruppo dei "Volonterosi" che caldeggia una tregua immediata al fronte russo-ucraino.
Si potrebbe parlare di "cultural diplomacy" dispiegata attraverso l'occhio di cineasti e intellettuali che raccontano "dal di dentro" l'attualità del paese oggi guidato da Volodymyr Zelensky. E non è certo un caso che il primo dei tre filmati (già disponibile sulla piattaforma di Arte e quindi non proprio una primizia festivaliera) sia dedicato alla storia dell'uomo che, prima di essere uno dei politici più in vista del momento, è diventato popolare come protagonista televisivo e showman.
"Zelensky" di Yves Jeuland, Lisa Vapné e Ariane Chemin è un vero biopic ricco di documenti relativi all'adolescenza, poco 'politica', alla crescita come attore di stand-up comedy e infine all'approdo alla presidenza dell'Ucraina, nel momento più difficile della sua storia. "Notre guerre" di Bernard-Henri Lévy e Marc Roussel (ancora un punto di vista tutto francese) è invece un reportage di guerra, girato tra febbraio e lo scorso aprile sui fronti dell'Ucraina orientale, filmando la vita quotidiana degli abitanti bombardati dalle forze russe. Anche qui appare Zelensky, riluttante a recarsi a Washington: dove poi vivrà lo scontro con Trump e Vance che si è visto in tutte le tv. Il terzo film si chiama "2000 metri da Andriivka" e lo ha realizzato il regista premio Oscar di "20 giorni a Mariupol", Mstyslav Chernov. Il regista, camminando fianco a fianco con loro, documenta l'avanzata dei soldati ucraini in una striscia di foresta carbonizzata, fiancheggiata dai campi minati, nel tentativo di liberare il villaggio di Andriivka.
Il maggiore interesse di questo programma viene comunque dal confronto indiretto con il film dell'ucraino Sergej Loznitsa "Two Prosecutors" in concorso domani e dedicato all'orrore delle purghe staliniane. Come a dire: c'è un legame tra la memoria e l'attualità e i negoziatori di Istanbul non dovrebbero dimenticarlo.
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