Il direttore artistico e fondatore
del Giffoni Experience Claudio Gubitosi ha scritto a Nikita
Mikhalkov, attore, regista, sceneggiatore e produttore
cinematografico russo, ospite in passato al Festival. Una
lettera accorata, un appello per richiamare i valori della pace,
della solidarietà, del rispetto tra i popoli alla luce della
guerra in Ucraina. "Caro Nikita, - scrive - nella voluminosa
storia di Giffoni, che tra poco andrà in pubblicazione, ci sono
foto splendide delle tue partecipazioni al Festival. Ho rivisto
le foto con la tua bellissima figlia e con tua moglie. Eri
felicissimo. La tua è una storica famiglia russa, molto
apprezzata e influente. In questo momento, nello sconcerto più
totale che il mondo sta vivendo per l'invasione dell'Ucraina da
parte del governo russo, siamo costretti ad assistere a scene
che non avremmo mai più voluto vedere". "Hai dichiarato
recentemente - aggiunge Gubitosi - che sei in piena sintonia con
Vladimir Putin, accusando l'Occidente di essersi coalizzato per
distruggere la civiltà russa ed i suoi valori. Inoltre, hai
aggiunto che questo è forse l'ultimo tentativo di attaccare il
mondo russo, l'etica ortodossa e i valori tradizionali. Non
trovo nessun tipo di assonanza con quanto tu dici, perché
nessuno ha attaccato la Russia per distruggere la sua civiltà,
le sue tradizioni e i suoi valori. Quante immagini ti mancano,
quante storie che per un uomo di immensa cultura e di cinema
come te sono importanti perché possa esserci una narrazione
vera, autentica e non di propaganda". "Caro fratello Nikita, il
tuo peso politico è importante in Russia, non so cosa puoi fare,
né ti chiedo come fare, ma, al di là di tutte le rivendicazioni,
una cosa è certa: bisogna fermare immediatamente questa guerra e
far zittire le armi. Questa escalation non può che portare ad un
disastro con altre migliaia e migliaia di morti e ad un'economia
che non potrà più definirsi tale. Alla fine, non ci saranno
vincitori. Tutti perderanno. Tutti perderemo. La tua storia non
solo ti consente ma ti obbliga a parlare con Putin, a dirgli che
l'unica possibilità che c'è oggi è quella di mettersi
concretamente a un tavolo dove non dovrà esserci né un vinto né
un vincitore".
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