I Carabinieri della Compagnia di
Cles, supportati nella fase esecutiva dai militari delle
Compagnie di Borgo Valsugana e Genova Sampierdarena, hanno dato
esecuzione a 2 misure cautelari in carcere nei confronti di due
cittadini albanesi, gravemente indiziati della commissione, in
concorso con altri connazionali, di 24 reati predatori (23 furti
e tentati furti in abitazione ed 1 furto di autovettura),
perpetrati tutti in Val di Non, in Trentino, tra maggio e fine
ottobre del 2023. Sono al vaglio anche altre posizioni.
I provvedimenti cautelari eseguiti dall'Arma trentina
concludono un'articolata indagine condotta dal Nucleo operativo
della Compagnia di Cles, con il coordinamento del Comando
provinciale Carabinieri di Trento, convenzionalmente denominata
"Insolent", che ha consentito di documentare l'attività di un
gruppo criminale dedito ai reati contro il patrimonio, i cui
membri, nel corso di vere e proprie trasferte criminali, hanno
messo a segno innumerevoli colpi in ben 11 Comuni della Val di
Non. Gli obiettivi erano per la maggior parte case isolate: 15
le abitazioni razziate dalla banda, da dove i criminali hanno
asportato denaro, monili in oro e, in un'occasione, anche buoni
fruttiferi, per un valore complessivo dei bottini pari a circa
100.000 euro cifra forse anche sottostimata rispetto a quanto
saccheggiato dai malviventi. In altre 8 circostanze, i criminali
non hanno avuto il tempo di asportare alcunché perché messi in
fuga dalla presenza di persone in casa o dall'arrivo improvviso
dei Carabinieri o dei proprietari. I Comuni più colpiti dalle
predazioni sono stati Ville d'Anaunia (6) e Predaia (4), poi
Amblar Don (2), Romeno (2), Borgo d'Anaunia (2) e Novella (2),
infine anche Campodenno, Denno, Livo, Contà e Sarnonico. Tra gli
episodi contestati anche un furto di un suv a Vigo di Ton rubato
dai malfattori per darsi alla fuga dopo la commissione di più
furti in abitazione.
Tre gli aspetti fondamentali dell'attività investigativa: il
setaccio di ore e ore di video estrapolati dalle
videosorveglianze pubbliche e private della Val di Non;
l'incrocio dei dati con quelli ricavati dall'analisi di
numerosissimi tabulati telefonici; il massiccio controllo del
territorio messo in campo dalla Compagnia Carabinieri di Cles,
sia con i colori d'istituto che con auto "civetta" con a bordo
personale in abiti civili.
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