Riccardo Cucchi, l'uomo che urlò
in radio, nel 2006, "Campioni del mondo!" prendeva appunti
mentre ascoltava Bruno Pizzul. "Perché non te l'ho confessato?
Per pudore, per quella forma di rispetto e di soggezione che
scaturisce spontanea in chi, prima ancora di farlo, quel
mestiere lo sognava" ha scritto per Articolo 21 su Internet il
radiocronista che ha scelto l'Umbria come buon ritiro. In una
lettera al telecronista che ha chiuso così: "Sì, Bruno. È stato
davvero 'tutto molto bello'. Ci mancherai. Tanto".
"Maestri della parola. Questo siete stati per la nostra
generazione di radioascoltatori e telespettatori tu, Ameri,
Ciotti e Provenzali" ha affermato Cucchi. "La tua spontanea
empatia metteva tutti a loro agio" ha scritto idealmente a
Pizzul. "Non ti sentivi un maestro. Lo eri e basta" ha
sottolineato. "Il pubblico - ha scritto ancora Cucchi - ti ha
voluto bene per la spontaneità e la semplicità con la quale
raccontavi il gioco più amato. Nessuna iperbole, nessuna frase
scritta in anticipo, nessun colpo di scena. Quelli spettavano ai
calciatori, veri protagonisti del tuo racconto. Non a te che eri
al microfono, testimone dell'evento e non attore. Testimone
competente, senza la presunzione di insegnare calcio a chi ti
ascoltava. Ti interessava accompagnare le emozioni dei
telespettatori, non esaltarle. Frasi semplici, dirette,
immediate. E magari un nome di battesimo per sottolineare quel
legame emotivo che identifica l'appassionato con un giocatore:
'Roberto, Roberto, Roberto...' Riferito ovviamente ad uno di
quelli che amavi di più: Roberto Baggio. Non credo che oggi gli
innamorati del pallone si soffermeranno più di tanto sul fatto
che non abbia mai potuto gridare 'Campioni del Mondo!'. Non fu
possibile nel '90, quando Maradona ci eliminò alle soglie della
finale, e nel '94 quando a Pasadena proprio il tuo Roberto mandò
oltre la traversa il suoi sogni e i nostri. Ingiusto destino per
lui e per te. Ma non te ne sei mai rammaricato, perché i
mondiali non li vincono i telecronisti o i radiocronisti; li
vincono i calciatori".
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