"L'Europa è nata dalle ferite
della seconda guerra mondiale, è nata non per costruirsi come
grande potenza militare, ma è nata per farsi costruttore di
pace": lo ha sottolineato la sindaca di Perugia Vittoria
Ferdinandi intervenendo a Roma all'assemblea pubblica della
Cgil dedicata a "Pace, lavoro, ambiente e diritti". "Un'Europa
che non recupera il senso delle sue origini, è un'Europa che non
ha futuro, perché chi non conosce il posto dove è nato, i dolori
da cui è nato, non può perseguire una strada di futuro
consapevole" ha sottolineato ancora.
"Più difficile, indubitabilmente, più difficile, ancora
prima che dalle politiche c'è bisogno di tornare a pensarla, la
pace - ha detto Ferdinandi -, di tornare a pensare in una
dialettica articolata come questa, ma di tornare anche a pensare
all'interno del fenomeno pace-guerra. Non è possibile che
viviamo il tempo in cui la pace è il grande rimosso e in cui la
guerra è il sottinteso politico di ogni pensiero. Se i valori in
politica ormai vengono considerati come una belluria retorica,
noi siamo in un momento veramente molto spaventoso, perché la
politica è il più grande strumento che abbiamo per interpretare
la realtà. E allora dobbiamo domandarci come mai la guerra in
questo momento è l'oggetto di questo processo di assoluta
normalizzazione, per cui è diventato un sottofondo del nostro
quotidiano dove nessuno di noi, me compreso, fa i conti fino in
fondo con i costi umani della guerra, con quegli storpiati e
quelle vittime che l'armonia del mondo dimentica, di cui parlava
Carpiti. Allora c'è bisogno di tornare a pensarla alla pace".
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