La nomina di suor Raffaella Petrini a capo del Governatorato è sicuramente la scelta che in questi giorni di ricovero il Papa più ha voluto e ha deciso di ufficializzarla proprio dall'ospedale. Sempre dal Gemelli ha anche modificato due leggi, altrimenti la prima donna a capo del braccio esecutivo dello Stato vaticano non avrebbe avuto i pieni poteri per esercitare il suo ruolo, che in passato è sempre stato appannaggio dei cardinali. Ma anche l'avere riaperto il processo del Sinodo decidendo un timing fino al 2028 è una delle decisioni programmatiche più importanti assunte da Papa Francesco in questi lunghi 38 giorni di ricovero al Policlinico Gemelli.
Il Pontefice ha sempre lavorato e governato, alternando alle terapie e fisioterapie non solo la preghiera ma anche il disbrigo di molte pratiche, almeno quelle per le quali c'era un avanzato lavoro istruttorio. E così il decimo piano del Gemelli in queste settimane è davvero stato quel "Vaticano Terzo" di cui parlava Giovanni Paolo II. Mai si erano visti così tanti documenti con la scritta in calce "Dal Policlinico Gemelli".
Le pratiche le sbrigava con i suoi segretari ma per tre volte ha anche incontrato i suoi due più stretti collaboratori, il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e il Sostituto monsignor Edgar Pena Parra. La prima volta per una ragione insolita, la decisione su alcune canonizzazioni e beatificazioni, compito che normalmente spetta al Prefetto delle Cause dei santi, il card. Marcello Semeraro.
E' in quell'incontro che Papa Francesco ha annunciato non solo il fatto che Salvo D'Acquisto, un personaggio caro agli italiani, è venerabile (un gradino verso la beatificazione) ma anche che ci sarà a breve un Concistoro, per decidere le date di due canonizzazioni. Ma è evidente che la presenza dei massimi rappresentanti della Segreteria di Stato era richiesta per aggiornamenti non solo sul governo della Chiesa ma anche per la difficile situazione internazionale. Resterà tra le pagine più toccanti di queste settimane il testo dell'Angelus del 2 marzo nel quale il Papa ha scritto: "Da qui la guerra appare ancora più assurda".
Sulla stessa scia, il 14 marzo ha scritto al Corriere della Sera per lanciare un nuovo appello: "Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra". Quando ha potuto ha anche continuato a chiamare la parrocchia di Gaza, come fa dal 7 ottobre del 2023. Infine c'è la sua volontà dietro il comunicato della Santa Sede che, questa settimana, chiedeva per la pace in Ucraina "un dialogo senza precondizioni".
E se in queste settimane non ci sono state le udienze, e quindi non si è potuto ascoltare la voce del Papa (se non per il breve messaggio di ringraziamento il 6 marzo nel corso del rosario a Piazza San Pietro), non ha mai fatto mancare la sua parola scritta con messaggi, catechesi, gli stessi Angelus domenicali.
Dal Gemelli nella lunga degenza non solo la voce ma anche l'immagine di Francesco con la foto che ritraeva nella cappellina al decimo piano.
Infine tante le nomine di nuovi vescovi, dall'Indonesia alla Guinea Bissau, dalla Polonia alla sua Argentina.
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