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Quando si effettua una ricerca su Internet il programma di navigazione (browser) salva la cronologia delle ricerche, ovvero la lista dei siti visitati. Nella modalità di navigazione in incognito, invece, queste informazioni vengono cancellate quando si termina la sessione. Questa funzione mette al riparo la privacy degli utenti oppure le attività online sono visibili in altri modi?
Analisi
Google Chrome ha coniato il termine "modalità di navigazione in incognito", Firefox la chiama “modalità privata”, mentre Safari utilizza il termine “navigazione privata”. Secono uno studio del 2018 dell'Università di Chicago oltre metà degli utenti crede che questa modalità consenta di non essere tracciati.
Come si usa la navigazione in incognito? Ad esempio per utilizzare questa funzione su Chrome - adoperato da oltre il 65% degli utenti globali - bisogna aprire il programma, cliccare i tre punti nell'angolo in alto a destra dello schermo, poi andare su 'Nuova scheda in incognito' che aprirà la nuova finestra di navigazione in incognito. La finestra va poi chiusa per terminare la sessione, se si lascia aperta e qualcun altro utilizza lo stesso dispositivo potrà vedere l'attività e la lista dei siti visitati.
Oltre alla cronologia di navigazione, le informazioni eliminate potrebbero includere i cookie, ossia i piccoli file utilizzati dai siti per ricordare le informazioni di accesso e profilare gli utenti a scopo pubblicitario; e i dati del sito, ovvero le informazioni immesse nei moduli di un sito web. Effettuare una ricerca privata che cancella la cronologia di navigazione può essere utile in determinate situazioni. Ad esempio, poiché alcuni cookie vengono eliminati si visualizzeranno meno annunci rispetto ad una ricerca tradizionale.
Oppure, se c'è qualche informazione che non si vuole conservare nella cronologia del browser se si usa un dispositivo condiviso. È anche una buona idea utilizzare la modalità di navigazione in incognito per proteggere i propri dati quando si utilizza un dispositivo pubblico o un computer preso in prestito. Infine, è utile anche se si desidera effettuare una ricerca che non sia influenzata dalla cronologia di navigazione.
Bisogna sapere però che la navigazione in incognito non è effettivamente anonima: serve a non lasciare tracce sul dispositivo che stiamo usando, ma non può nascondere le nostre attività a chi ci fornisce la connessione (Internet provider), ai siti web che visitiamo o ai motori di ricerca.
Inoltre, la modalità privata non protegge da virus, malware o phishing, e non impedisce ai siti di raccogliere dati se si è connessi con un account Google o Facebook. Esistono guide affidabili – come quelle dell'associazione per i diritti digitali Electronic Frontier Foundation o della Polizia di Stato – che spiegano come proteggere la propria vita digitale perché una navigazione sicura inizia sempre da una buona preparazione.
Conclusioni
In sostanza, la modalità di navigazione in incognito non è una modalità invisibile, ma semplicemente un modo per non lasciare tracce solo ed esclusivamente sul dispositivo che usiamo. Per avere più anonimato, sono necessari strumenti specifici che riducono al minimo le informazioni identificabili trapelate durante la navigazione web. Come un servizio Vpn (Virtual private network) o un browser Tor, che consentono l'anonimato da sguardi indiscreti e inserzionisti e beneficiano anche di diversi livelli di crittografia.
Fonti
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