TUNISI - Il calo dei prezzi del petrolio sul mercato internazionale conseguente all'annuncio dei dazi da parte dell'amministrazione Usa avrà certamente effetti positivi immediati sull'economia tunisina, ma non sarà lo stesso nel lungo termine, soprattutto se questa situazione dovesse portare a una recessione nell'Unione Europea, il principale partner economico della Tunisia. E' quanto ha affermato l'economista Bassem Ennaifer all'agenzia di stampa Tap, precisando che "oggi assistiamo ai segnali di una recessione economica globale, in particolare in Europa, che assorbe il 70% delle esportazioni tunisine e rimane il suo principale partner economico".
"Questa situazione influisce inevitabilmente sulle performance delle aziende esportatrici tunisine. Inoltre, le industrie meccaniche ed elettriche, i cui prodotti sono tra quelli esportati nell'Unione Europea, sono le più colpite dalla guerra tariffaria di Trump", ha proseguito Ennaifer. "Inoltre, il calo dei ricavi derivanti dalle esportazioni di olio d'oliva di quest'anno rispetto allo scorso anno avrà un impatto sia sulla bilancia commerciale alimentare che sulla bilancia commerciale complessiva", ha aggiunto.
Per l'economista, il contesto internazionale, che rimane fortemente dipendente dalle fluttuazioni dei prezzi del petrolio, si tradurrà a lungo termine in una debole crescita economica globale, inclusa la Tunisia, le cui entrate fiscali, in particolare quelle delle imprese, saranno influenzate nel 2025 e nel 2026. "In breve, possiamo concludere che, sebbene il calo dei prezzi del petrolio sul mercato internazionale possa avere effetti positivi immediati per l'economia tunisina, non sarà vantaggioso a lungo termine, poiché indebolirà l'economia globale", ha concluso.
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