Lo denuncia l'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari umanitari sulla base dei dati del Servizio per l'azione contro le mine che ha registrato un forte aumento del numero di vittime causate da ordigni esplosivi.
Nonostante i dati limitati, dall'inizio del 2025 e
fino al 10 marzo sono stati registrati 18 incidenti che hanno
provocato tre morti e 38 feriti. Tra le vittime, due bambini
sono stati uccisi e 18 sono rimasti feriti.
La maggior parte degli incidenti si sono verificati dopo il
cessate il fuoco e sono stati dovuti al ritorno degli sfollati
in edifici danneggiati e in aree precedentemente inaccessibili.
Il rischio di incidenti resta alto, riferisce l'Onu, perchè sono
migliaia le bombe e le munizioni ancora sepolte in profondità e
non esplose e non si è ancora in grado di effettuare la bonifica
e lo smaltimento degli ordigni per mancanza di risorse e delle
autorizzazioni da parte delle autorità competenti. A peggiorare
la situazione ci sono inoltre milioni di tonnellate di detriti
dovute alla distruzione di strade ed edifici causata dalla
guerra. La stima è tra 41 e 47 milioni di tonnellate di detriti
di cui 2,3 milioni di tonnellate potenzialmente contaminate
dall'amianto.
La Banca Mondiale ha rilevato che l'80% della rete stradale è
stata danneggiata o distrutta. Inoltre, sono state rase al suolo
292.000 unità abitative, pari a oltre il 60% dell'intero
patrimonio immobiliare. Inoltre, un aspetto fondamentale della
bonifica dei detriti è "la dignitosa rimozione e documentazione
di circa 10.000 corpi sepolti sotto le macerie" riferiscono le
agenzie Onu. (ANSAmed).
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