Il festival vede la partecipazione dell'Italia con 'Il diritto alla felicità' di Claudio Rossi Massimi, un racconto delicato su un'amicizia inaspettata tra un anziano libraio e un giovane migrante. Un omaggio silenzioso al potere dei libri e all'incontro tra le generazioni.
Il programma include anche opere recenti come 'The trap' della regista bulgara Nadjeda Koseva, 'Linda veut du poulet' del francese Sébastien Laudenbach, e 'The man without guilt' dello sloveno Ivan Gergolet, riflessioni profonde su libertà e coscienza, ma anche sguardi teneri e ironici sul vivere quotidiano in una società che cambia.
A ospitare le proiezioni, sarà la storica Cinemathèque d'Alger, con eventi paralleli anche nelle sedi regionali.
Accanto ai film, sono previste masterclass con cineasti europei e algerini, offrendo spazi di scambio creativo e formazione per le nuove generazioni di registi locali.
Nel presentare l'iniziativa alla stampa, l'ambasciatore dell'Unione Europea in Algeria, Diego Mellado Pascua, ha sottolineato come il festival sia diventato «un punto fermo della cooperazione culturale tra le due rive del Mediterraneo, una finestra sulla diversità del cinema europeo».
Il Festival è organizzato dalla Delegazione Ue in Algeria in collaborazione con i Paesi membri presenti nel Paese, e con il sostegno del ministero algerino della Cultura e delle Arti e del Centro Nazionale di Cinematografia (CAC). Nato nel 2009, il Festival mira a rafforzare il dialogo interculturale e ad avvicinare il pubblico algerino alla creatività europea, in una regione dove il Mediterraneo non divide, ma unisce. (ANSAmed).
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