Con il conflitto in Medio Oriente sullo sfondo e altre questioni critiche, come le tendenze climatiche allarmanti e l'aumento delle disparità socioeconomiche, l'UpM ha tenuto una sessione consultiva, organizzata in collaborazione con l'Istituto europeo per il Mediterraneo (Iemed) per definire la visione, le priorità e il mandato futuri dell'organizzazione. E' emersa la necessità di un rafforzamento e di un processo di riforma, con la definizione di nuove priorità strategiche per il periodo 2026-2030. E di sinergie tra le politiche come il nuovo patto dell'UE per il Mediterraneo e l'attività dell'UpM, Un focus dell'incontro è stato anche quale debba essere il ruolo del partenariato nel processo di ricostruzione dopo il conflitto a Gaza. L'organizzazione mantiene il suo impegno a sfruttare il suo potere per convocare governi, organizzazioni internazionali, istituzioni finanziarie, settore privato e società civile per facilitare il dialogo regionale e sostenere azioni coordinate sul campo.
Oltre a sostenere un'iniziativa dell'Unimed e dell'Università Nazionale An-Najah per gli studenti palestinesi dell'istruzione superiore a Gaza, l'UpM ne sta esplorando altre in settori quali l'occupazione, l'acqua, l'energia, il cibo e gli ecosistemi (Wefe) e lo sviluppo urbano..
"Il 30° anniversario del Processo di Barcellona arriva in un momento di profonda perturbazione nella regione", ha dichiarato il segretario generale dell'UpM Nasser Kamel ."Ma se il conflitto in Medio Oriente ha dimostrato qualcosa, è che la stabilità della regione è fondamentale per la sicurezza globale.
Il 2025 deve quindi essere l'anno di un rinnovato impegno a favore del partenariato euromediterraneo, di cui rafforziamo il quadro istituzionale; ridefinire il mandato dell'UpM e la capacità di affrontare meglio insieme le sfide più urgenti della nostra regione", ha aggiunto.
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