Gli effetti della lunga coda della
crisi pandemica ancora in atto impongono
l'individuazione di nuove strategie da armonizzare con le
importanti risorse rese disponibili che tendono a prospettare
uno scenario diverso da quello vissuto negli ultimi venticinque
anni. Dopo l'avvio del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e
resilienza, le politiche economiche e di sviluppo sembrano
destinate a mutamenti radicali, con nuovi equilibri economici,
ambientali e sociali, che impatteranno sul mondo della
produzione.
Da questa tesi, esposta nel volume "Ripresa e resilienza?
Opportunità e insidie delle nuove politiche industriali" scritto
dall'economista Raffaele Brancati, ha preso il via la
discussione svoltasi nella sede di Confindustria Cosenza nel
corso dell'iniziativa "Libri per lo sviluppo" in occasione della
quale é stato fatto il punto sui temi, in continua evoluzione,
che interessano il Pnrr e l'industria.
Delle evoluzioni delle politiche pubbliche, degli scenari
prospettati dal Pnrr e delle trasformazioni del sistema
produttivo hanno parlato i relatori che sono intervenuti nel
corso del dibattito, moderato dal direttore di Confindustria
Cosenza Rosario Branda e presieduto dal numero uno degli
industriali cosentini, Fortunato Amarelli, secondo il quale, "se
da un lato esistono rischi e insidie, il Pnrr riserva dall'altro
anche grandi opportunità. Occorre rimboccarsi le maniche - ha
aggiunto il presidente Amarelli - ed evitare disfattismi.
L'Italia dovrà cercare di riorganizzare le proprie filiere
produttive e favorire forme di delocalizzazione e
l'implementazione di nuove catene del valore".
Di "piano poco conosciuto dalla pubblica opinione" in
riferimento al Pnrr ha parlato la professoressa Rosanna Nisticò,
ordinaria di Economia applicata dell'Università della Calabria,
che ha sottolineato "i benefici che potrebbero trarne le imprese
se davvero questo strumento diventasse una leva per lo
sviluppo". Sulle interconnessioni tra innovazione, ricerca e
internazionalizzazione si è incentrato l'intervento del
presidente della sezione Terziario di Unindustria Calabria,
Alfredo Fortunato, che ha fatto riferimento alla necessità di
poter contare su un nuovo tessuto industriale. Argomento al
quale ha fatto riferimento anche Gloria Tenuta, Cavaliere del
lavoro e componente del Consiglio generale degli industriali
calabresi, che ha sottolineato "le tante criticità che occorre
affrontare in questo periodo, tra cui il caro energia. Pandemia
e guerra, con tutte le drammatiche ripercussioni, tra cui
l'inflazione - ha sostenuto Gloria Tenuta - rendono sempre più
incerta la situazione economica di famiglie e imprese. Occorre
fare perno sulla capacità delle imprese di generare ricchezza
collettiva e stimolare le attività di governo in favore di
azioni tese a fronteggiare con efficacia le difficoltà del
momento".
Il punto di vista della pubblica amministrazione é stato
illustrato dal dirigente della Regione Francesco Venneri, che ha
fatto riferimento al tema della programmazione dei fondi
comunitari, sottolineando "la necessità di avere un dialogo
sempre attivo tra il partenariato socioeconomico regionale e
Bruxelles per una puntuale e più veloce messa a terra delle
progettualità".
"Se il Next generation Italia non sarà in grado di costruire un
sistema industriale e di servizi intorno ai programmi di spesa -
ha detto l'economista Raffaele Brancati, presidente del centro
studi Met e che é stato allievo di Federico Caffè e Giorgio Fuà
- non solo ridurrà i suoi effetti moltiplicativi, con una
conseguente minore crescita economica, ma porterà a un vistoso
aumento degli squilibri e delle diseguaglianze. La vera
efficacia di politiche capaci di dialogare con la parte più
consistente del tessuto produttivo nazionale - ha aggiunto
Brancati - si concretizza anche nello sviluppo delle aree
marginali, nella crescita dell'economia meridionale e nella
distribuzione di redditi da lavoro più dignitosi".
Nel corso del dibattito sono intervenuti anche la direttrice di
Area imprese Calabria Intesa San Paolo, Caterina Trentinella, il
consigliere di Confindustria Cosenza Demetrio Crucitti ed il
presidente della sezione Energia e Ambiente di Unindustria
Calabria, Crescenzo Pellegrino.
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