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Il Pozzo e il Pendolo Teatro, 'L'amico ritrovato' di Fred Uhlman

Il Pozzo e il Pendolo Teatro, 'L'amico ritrovato' di Fred Uhlman

L'amicizia tra due ragazzi 'ostacolata' nella Germania nazista

NAPOLI, 19 gennaio 2024, 16:55

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sarà in scena domenica prossima, 21 gennaio (ore 18), negli spazi de Il Pozzo e il Pendolo Teatro di Napoli, 'L'amico ritrovato' di Fred Uhlman, con Paolo Cresta e Giacinto Piracci alla chitarra, nell' adattamento di Annamaria Russo. Presentato dallo stesso palcoscenico partenopeo, L'amico ritrovato è la storia di una grande amicizia: "Assoluta, esclusiva, devastante, più violenta e coinvolgente dell'amore, tanto più capace di spezzare il cuore" come si afferma in una nota. Il testo affronta un tema molto complesso e delicato come la convivenza tra due etnie diverse, e l'amicizia tra un tedesco, Konradin, e un ebreo, Hans, pochi anni prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.
    Tra loro nasce un'amicizia del cuore, un'intesa perfetta e magica. I due ragazzi, poco più che adolescenti, frequentano la stessa scuola esclusiva, ma dovranno porre fine alla loro amicizia a causa dell'inesistente 'diversità', proclamata in Germania durante quegli anni. Questo accade in Germania, nel 1933. "L'amico ritrovato è uno di quei libri che, all'ultima pagina, lasciano una voragine dentro, e, in fondo, nasconde i rimpianti, le ferite ed i sorrisi di un'età custodita, gelosamente, tra le pieghe della vita" si evidenzia ancora. È un inno all'amicizia e al coraggio di vivere, malgrado tutto.
    "L'amicizia tra i due adolescenti protagonisti del romanzo - spiega Annamaria Russo - e gli eventi tragici della Germania nazista sono il punto di partenza dal quale prende le mosse questo adattamento. È interamente teso a metabolizzare il vissuto e la storia, a tradurre in pratiche inventive l'imprinting narrativo dell'infanzia dei due protagonisti, coniugando l'identità personale di chi ha letto e ha amato questo libro, con le esperienze preesistenti di chi lo ripropone".
    La voglia, l'esigenza di "raccontare" reagisce alle sollecitazioni di un teatro che non presenta, né mira a definire modelli unitari di attore, spettacolo, dramma, e si rinnova, piuttosto, nel rendere scenici elementi di realtà che, in origine, non lo sono affatto.
   

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