È il Mare il tema individuato per
la quarta edizione della rassegna MagicaMente, che prenderà il
via sabato prossimo, 8 giugno (ore 21) nella Reggia di Portici,
negli spazi del Campo della Pallacorda, organizzata dal Pozzo e
il Pendolo Teatro di Napoli. MagicaMente, rilevano gli
organizzatori, è un progetto nato tre anni fa "come spazio
condiviso con artisti e compagnie, che ha ricercato cornici
suggestive, luoghi alternativi ai teatri, dove fare riecheggiare
il teatro". Nelle prime due edizioni la rassegna è stata
ospitata a Castel dell'Ovo, al Chiostro di San Domenico
Maggiore, al Maschio Angioino, al Museo Ferroviario di
Pietrarsa, immaginandola dal principio itinerante e modellandola
in funzione dei luoghi ospitanti. Dallo scorso anno è stata
scelta una sede stabile come la Reggia di Portici, nella quale
"consolidare l'identità della rassegna con un ampio calendario
di appuntamenti che partiranno con questo primo segmento di
giugno, per rafforzare la concretezza e la stabilità della
collaborazione tra il Pozzo e il Pendolo Teatro, il Dipartimento
di Agraria, il Musa e il Comune di Portici". "Tre anni fa -
sottolinea Annamaria Russo, direttrice artistica - questo
progetto è nato come un esperimento che aveva il carattere di un
azzardo: realtà distanti fisicamente e con vocazioni molto
diverse, s'incontravano per mettere a punto un'idea che facesse
centro sulla bellezza. MagicaMente è diventata una realtà che ci
ha regalato risultati di gran lunga superiori a quelli sperati.
Un bilancio che ci ha stimolati non semplicemente a replicare,
ma a rilanciare".
Sono tre gli spettacoli programmati in questo prima parte
della rassegna, che prenderà il via con Paolo Cresta in
Novecento di Alessandro Baricco. È la storia di un pianista
eccezionale, capace di suonare una musica meravigliosa, una
musica che non esiste da nessuna altra parte che non sia
l'oceano. Poche pagine, una sinfonia di parole, e una storia che
sembra riecheggiare leggende d'altri tempi. Si afferma ancora:
"Il suo nome è Novecento, il suo mondo una nave dalla quale non
sa scendere. Perché oltre quella nave c'è la vita. Quella vera.
E la musica, quella che "suona perché l'oceano è grande e fa
paura" è invece l'unica vita che sa immaginare. È una musica che
può suonare attraverso ottantotto tasti, una musica infinita
attraverso uno strumento finito. L'unica musica che Novecento sa
suonare. La sola vita che può vivere".
È un viaggio fra le pagine del capolavoro di Gabriel Garcia
Marquez lo spettacolo Cent'anni di solitudine, in scena sabato
15 giugno, 'guidato' dalle parole di Paolo Cresta e la musica
dal vivo dei Ringe Ringe Raja, nell'adattamento e regia di
Annamaria Russo e Ciro Sabatino. Le parole si fanno musica e la
musica si fa parola, tra le suggestioni di un paese che vivrà
fino a quando la stirpe del suo fondatore avrà vita, tra una
ridda di sentimenti estremi e l'ineluttabile solitudine di mille
personaggi che non riescono mai ad essere soli. Un racconto
musicale, un concerto di parole per uno spettacolo che vorrebbe
essere una preghiera laica, dedicata all'immensità della
letteratura.
A chiudere questo primo segmento di MagicaMente 2024, sabato
22 giugno, sarà Tu, mio di Erri de Luca, con Nico Ciliberti e
Giacinto Piracci, per la regia di Annamaria Russo. È una storia
d'amore straniante, sullo sfondo dell'isola d'Ischia. Il mare,
la musica, le voci dei pescatori e quelle più lontane di una
guerra finita da poco "raccontano" l'affresco di un'epoca e di
un'età difficili. Tu, mio è un racconto di superamento della
cosiddetta linea d'ombra, centrato sul passaggio dai privilegi
dell'adolescenza alla ruvidezza della maturità. L'elemento
dominante del racconto è proprio la ricerca delle contraddizioni
e il passaggio d'identità.
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