La dedizione al clan Cipolletta ce
l'aveva tatuata sul polso il minorenne, figlio di un affiliato
morto mentre cercava di dare fuoco a una vettura rubata,
arrestato oggi dai carabinieri di Castello di Cisterna
nell'ambito del blitz coordinato dalla Dda e dalla Procura dei
Minorenni che, a Pomigliano d'Arco (Napoli), ha portato 23 in
carcere e 4 ai domiciliari.
La circostanza del tatuaggio è stata resa nota nel corso di
una conferenza stampa indetta negli uffici della Procura di
Napoli a cui hanno preso parte, tra gli altri, i vertici dei
carabinieri, il capo dell'ufficio inquirente partenopeo Nicola
Gratteri e il vertice della Procura dei Minorenni di Napoli
Patrizia Imperato.
Proprio la procuratrice ha posto l'accento sull'uso
spregiudicato della violenza da parte dei minorenni (a uno dei
quali viene contestato il reato di associazione a delinquere di
tipo camorristico) che eccedevano nelle loro azioni predatorie,
perlopiù rapine, sparando e aggredendo le vittime anche quando
non era necessario. Tutto per guadagnarsi l'up-grade, cioé
l'affiliazione che già era stata concessa dal capoclan a uno dei
quattro ragazzi minorenni arrestati.
Proprio il clan Cipolletta, inoltre, gestiva il traffico di
droga e di cellulari via drone nel carcere casertano di
Carinola.
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