Cinquanta euro per il certificato
di morte naturale e settanta per il test del Dna in caso di
cremazione: è questo il tariffario della truffa che oggi ha
portato all'arresto, tra carcere e domiciliari, di 69 persone.
Tra i destinatari delle misure cautelari anche cinque
dirigenti medici (che intascavano i soldi dalle imprese funebri)
e diversi impiegati dell'Asl Napoli 1 Centro, oltre a impiegati
comunali dell'ufficio di stato civile e una trentina di
imprenditori delle pompe funebri (due dei quali nel frattempo
deceduti) insieme con diversi intermediari.
L'inchiesta - che in due anni ha documentato, anche in video,
300 episodi - è stata illustrata nel corso una conferenza stampa
a cui hanno preso parte il procuratore di Napoli Nicola
Gratteri, il procuratore aggiunto Sergio Amato.
Decine di kit per l'esame del Dna dell'Asl Napoli 1 Centro
sono stati sequestrati stamattina dai militari del Nas negli
uffici delle imprese nel corso delle perquisizioni eseguite
contestualmente alla notifica degli arresti.
Oltre ai kit sequestrate somme in denaro da quantificare e
oltre 30mila euro come disposto dal decreto del gip.
Il distretto sanitario nel quale si è concentrata l'attività
investigativa è quella della zona del Chiatamone, a Napoli, dove
in passato già erano emersi episodi relativi ai cosiddetti falsi
invalidi.
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