Castelvecchi Editore presenta
"Napoli non crede alla morte" di Michele Caccamo, un romanzo
intenso e struggente che esplora la fusione indissolubile tra la
vita e la morte in una città che non concede indulgenze. L'opera
si muove tra i vicoli stretti di Napoli, nei suoi bassi umidi di
preghiere e bestemmie, dove la sopravvivenza è un rito
quotidiano e l'esistenza si consuma tra l'illusione e la
rassegnazione. Il protagonista di questa storia è un uomo senza
destino, un'anima errante che si lascia vivere senza opporre
resistenza. Napoli lo inghiotte, lo osserva con indifferenza,
gli impone un confronto costante con il proprio annientamento.
Ma in questa città nulla muore davvero: ogni passo è
un'oscillazione tra la condanna e la salvezza, tra il baratro e
l'appartenenza. Tra le figure che popolano il romanzo, spicca la
signora della casa, custode di rituali antichi, di superstizioni
e protezioni invisibili. Lei crede nel potere delle piccole
cose, nei ferri di cavallo nascosti nei battiscopa, nelle
benedizioni che allontanano la morte. Il protagonista, invece,
non crede più a nulla. Dio, per lui, è un'assenza pesante, un
silenzio che accompagna le notti nei vicoli. Eppure, proprio in
questo vuoto, si insinua una sfida: la vita non è un bene
trasferibile, ma può essere accettata come condanna o come dono.
Inizia così una ricerca disperata, un tentativo di cedere il
proprio tempo a qualcun altro, un cammino che lo conduce sempre
più a fondo nelle viscere della città.
Fino all'incontro con Gennaro, un uomo che non appartiene a
nessuno, che vede in lui ciò che nessun altro ha mai visto. E in
un atto improvviso e definitivo, il sacrificio di Gennaro cambia
tutto. La morte non è più una via d'uscita, ma un lascito che
impone una scelta: restare e portarne il peso. Con una scrittura
potente e viscerale, Michele Caccamo ci conduce in un viaggio
senza filtri attraverso la disperazione e la resistenza, tra le
ombre della città e le luci che la attraversano. Un romanzo che
si fa carne e voce, che respira nelle strade di Napoli e nel
destino dei suoi figli, che sfida il lettore a interrogarsi sul
senso ultimo dell'esistenza.
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