Uno sconto di pena, da 26 a 18
anni, con il riconoscimento della matrice camorristica
dell'omicidio e con le attenuanti previste per i collaboratori
di giustizia: è la condanna che il sostituto procuratore
generale di Napoli ha chiesto ai giudici della Corte di Assise
di Appello partenopea per Antonio Pipolo, reo confesso
dell'omicidio di Carlo Esposito, legato alla camorra del rione
Ponticelli di Napoli e, soprattutto di Antimo Imperatore, un
operaio nel 2023 che si era trovato nel posto sbagliato al
momento sbagliato.
Imperatore era a casa del vero obiettivo dell'agguato per
installare una zanzariera: venne raggiunto alle spalle dai colpi
di pistola esplosi da Pipolo il quale, pochi istanti prima,
aveva ucciso Esposito sparandogli alle spalle mentre cercava di
scappare.
L'agguato mortale scattò il 20 luglio 2023, nel rione Fiat
del quartiere Ponticelli di Napoli. In primo grado la Corte di
Assise non ritenne sussistente l'aggravante mafiosa
dell'omicidio contestata dal pm e Pipolo venne condannato a 26
anni di carcere il 20 marzo 2024.
"Finalmente - dicono gli avvocati Alessandro Motta e
Concetta Chiricone - potremmo vedere riconosciuta la qualifica
di vittima innocente della camorra per Antimo che con la
criminalità organizzata non aveva nulla a che fare".
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