È un viaggio emotivo, irriverente e
personale nella figura di Pier Paolo Pasolini lo spettacolo
'Generazione Pasolini' scritto e diretto da Marta Bulgherini,
anche interprete con Nicolas Zappa, in sdacena da giovedì 17
aprile, alle 20.30 (repliche fino a domenica 20) nel Teatro
Elicantropo di Napoli. Presentato da Generazione P,
l'allestimento non è solo un tributo all'autore, ma, si annuncia
in una nota di presentazione, "un vero e proprio viaggio
nell'intimità del suo pensiero, che esplora, attraverso la lente
di una narrazione personale e vibrante, la figura di Pier Paolo
Pasolini oltre le convenzioni e le aspettative".
Generazione Pasolini nasce dal "profondo percorso di
avvicinamento dell'autrice, che ha cominciato a studiare l'opera
di Pasolini con grande confusione e scetticismo, per poi
riscoprirlo come un amico prezioso, che regala sempre nuove
prospettive".
Un viaggio che ha attraversato rabbia, frustrazione, ma anche
amore e scoperta. Lo spettacolo, infatti, "è una trasposizione
del suo personale cammino, un percorso accidentato che sfocia in
una dimensione intima e inaspettata, dove l'autore sembra farsi
prossimo come un membro di famiglia, nonostante la distanza
temporale". La performance si divide in due parti: "La prima,
una stand-up comedy che - si afferma - ironizza sui temi
pasoliniani con un linguaggio fresco e audace; la seconda, un
dialogo serrato e coinvolgente con la presenza del partner di
scena, crea uno scambio di domande e risposte che mette in luce
le difficoltà e le contraddizioni di Pasolini, ma anche la sua
irriverenza e la sua lucidità".
"Non è il solito spettacolo su Pasolini - afferma l'autrice
che difende con forza il suo approccio - ma un flusso di
coscienza irriverente, de-divinizzante e totalmente scanzonato.
Un'opera che sfida le convenzioni e offre una prospettiva nuova
e autentica sull'autore, tra amore, scoperta e, inevitabilmente,
anche qualche provocazione". Generazione Pasolini non è una
biografia teatrale né una lezione accademica: "E' un atto di
amore e disobbedienza. È un invito a riscoprire Pasolini non
come icona intoccabile, ma come interlocutore reale,
generazionale, sorprendentemente vicino, anche a chi, almeno
inizialmente, non lo capisce o non lo condivide". Lo spettacolo
si rivolge a chi Pasolini lo ha studiato, amato, odiato,
dimenticato. Ma soprattutto a chi non lo ha ancora incontrato, e
forse proprio grazie a questo spettacolo potrà farlo da
un'angolazione nuova, personale, disarmata.
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