"La cultura è anche alzare ponti
non muri come diceva Papa Francesco e nessuno più di me può
capire il valore di questo concetto: sono profuga istriana, nata
nel 1944 ad Umago e sono stata nelle baracche del Bosco di
Capodimonte a Napoli, ma non ho odio. I miei genitori non sono
mai più tornati, io sono tornata ma vado con l'idea di non avere
in Croazia i miei nemici, ma un popolo". Rosita Marchese,
presidente dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, spiega così -
ricorrendo a questa sua esperienza personale - il significato
del progetto 'Crossing, Art without limits', un ponte culturale
nato nei laboratori dall'Accademia che si estende nei Balcani,
in Medio Oriente e in Nord Africa, con l'obiettivo di istituire
un processo creativo, inclusivo e innovativo nelle arti
performative (la prima fase prenderà concretamente il via nei
prossimi giorni). Nella presentazione, svoltasi oggi
nell'istituzione universitaria partenopea, Marchese ha
evidenziato: "Oltre all'aspetto didattico, che è importante, è
decisivo fare rete con Paesi del Mediterraneo e dei Balcani
anche a democrazia limitata. Bisogna colloquiare. Ci sono Paesi
che sono sotto la minaccia della guerra e far capire
l'importanza di relazioni attraverso la cultura è fondamentale.
Occorre costruire messaggi ai giovani di tutti i Paesi
democratici e non democratici".
Alla presentazione, oltre al presidente Marchese e al
direttore Giuseppe Gaeta, sono intervenuti Enzo Gagliardi,
docente di Scenotecnica e responsabile scientifico del progetto,
insieme con i docenti Rosaria Iazzetta e Stefania Oriente, Alia
Mosmar (docente nell'Università di Beirut) e - in collegamento -
Vladimir Kho, insegnante nell'Università del Kosovo. L'azione
condotta dall'Accademia di Belle Arti si inserisce nelle
attività del progetto Pnrr - Prmg-performing, capofila
l'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, e prevede il
coinvolgimento di 10 istituzioni internazionali di formazione
terziaria. Dal 5 al 31 maggio la delegazione dell'Accademia
napoletana intraprenderà un itinerario di 8.506 chilometri,
parte costitutiva del primo processo di internazionalizzazione
estesa, giungendo in territori le cui diseguaglianze e diversità
culturali sono ancora ostacolo al superamento di antiche
divergenze storiche e sociali. "L'arte può superare i confini
geografici ma anche quelli cognitivi, mentali e culturali" ha
detto il direttore Gaeta aggiungendo: "Attraverso il contatto e
la relazione si possono costruire sistemi virtuosi che portano
a una visione più trasversale, transdisciplinare e
internazionale dei temi che attraversano la nostra esperienza
quotidiana. Questa azione si inserisce nel filone
dell'internazionalizzazione che l'Accademia sta portando avanti:
è uno dei progetti legati al Pnrr che hanno come vocazione
quella di creare network internazionali permettendo di costruire
e offrire una dimensione esperienziale nello scambio e
nell'incontro fra visioni diverse".
"Vogliamo mettere in sinergia la cultura nostra nel
Mediterraneo con Paesi che stanno intorno a noi - ha evidenziato
il professor Gagliardi - per un arricchimento reciproco.
L'azione è performativa con diverse discipline, dalla
scenografia alla pittura, dalla decorazione alla scultura alla
fotografia. Non è un caso che ci muoviamo in zone difficili. Le
tre performance programmate sono in aree complicate come Kosovo,
Libano, Egitto. Protagonisti i nostri studenti insieme con
artisti e ragazzi del posto". Della delegazione partenopea farà
parte, oltre a Gagliardi, Iazzetta e Oriente, il docente Mario
Laporta. Ha affermato la professoressa Rosaria Iazzetta
(scultura): "Le arti visive per la prima volta riescono a
realizzare, in una visione pacifica, un'operazione condivisa.
Nella fase intermedia del progetto, quella del Campus a Napoli,
utilizzeremo materiali provenienti da Beirut, Gerusalemme e da
altre città che visiteremo: la fonte materica è completamente
diversa. Si tratta di una cambiamento identitario: venendo
lavorate dagli studenti, acquisiranno una nuova identità". Nella
seconda fase, infatti, i referenti e gli studenti selezionati,
verranno ospitati nei laboratori dell'Accademia di Belle Arti e,
con differenti materiali, si costruiranno le 'opere
installative'.
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