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Coordinamento prof, decreto sul sostegno crea clientelismo

Coordinamento prof, decreto sul sostegno crea clientelismo

'E ingiustizie: può essere preferito docente non specializzato'

ROMA, 04 maggio 2025, 14:02

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Svilisce la qualità dell'inclusione, crea terreno fertile per il clientelismo, ignora i problemi reali degli alunni con disabilità: per questi ed altri motivi il Coordinamento nazionale insegnanti per l'inclusione (Cipi) è nettamente contrario al decreto che affida alle famiglie la conferma del docente di sostegno.
    "Un docente non specializzato potrebbe essere preferito ad un docente specializzato: questo influisce negativamente sulla qualità dell'insegnamento erogato alla classe rinnegando il primato della formazione universitaria italiana, una eccellenza riconosciuta unanimemente nel panorama europeo", fanno notare i componenti del Coordinamento.
    Inoltre, a loro dire, "pur presentandosi come garanzia di continuità per i docenti a tempo determinato", il provvedimento "ignora le reali esigenze degli alunni con disabilità, in quanto non prevede stabilizzazioni strutturali: il solo mezzo per assicurare la continuità didattica. Il diritto allo studio degli alunni è così leso. Limitandosi a proroghe temporanee esso perpetua il precariato e di conseguenza il disagio dei lavoratori che sono impegnati a creare facilitatori davanti alle barriere che la disabilità impone. La nostra condizione lavorativa necessariamente impatta sulla condizione della classe". Ad oggi sul sostegno un docente su due è precario e ci sono oltre 120 mila cattedre in deroga attivate con contratti che terminano il 30 giugno. "Solo con la stabilizzazione degli organici si può garantire un sistema scolastico stabile e non fondato sulla precarietà", fanno notare questi docenti, per i quali inoltre il provvedimento "darebbe vita ad una procedura che sarebbe terreno fertile per il clientelismo nelle zone del nostro Paese con maggiori criticità socio-economiche, compromettendo definitivamente la libertà e la qualità d'insegnamento di ogni docente, ponendolo in una posizione di sudditanza rispetto alle possibili ingerenze dei genitori, rendendolo, quindi, possibilmente ricattabile e di conseguenza non più soggetto alla pari nella alleanza educativa scuola-famiglia, nel rispetto dei ruoli di ciascuno".
   

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