Le auto elettriche al 2030 potranno assorbire il 45% della sovrapproduzione delle fonti rinnovabili, che andrebbe altrimenti sprecata, ridurre fino al 40% (800 milioni di euro l'anno) i costi legati al dispacciamento della corrente e diminuire del 41% le emissioni di CO2 e altri gas inquinanti, per effetto della minore produzione fossile (-1,5 TWh/anno).
Il tutto, a fronte di un incremento della domanda di elettricità di appena il 3%.
Sono questi alcuni tra i principali
risultati del report a cui hanno collaborato Motus-E, CESI,
Politecnico di Milano e Rse. Lo studio mira a quantificare le
opportunità in Italia al 2030 del "vehicle-grid integration"
(VGI), cioè l'utilizzo dei veicoli elettrici attaccati alla rete
per la ricarica per accumulare la produzione delle rinnovabili
nei momenti di picco e rilasciarla nei momenti di stop. Dal
rapporto emerge quanto l'integrazione veicolo-rete sarà
fondamentale per garantire un'ottimizzazione delle reti
elettriche stesse, con la grande opportunità di condividere con
gli utenti della mobilità elettrica i risparmi per il sistema,
alimentando così una loro partecipazione attiva sempre più
diffusa.
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