Negli Anni '90 i tre big di Detroit, sulla scia di una evidente trasformazione del design automobilistico, iniziarono anche a sperimentare proposte 'luxury' immaginando un futuro fatto anche di modelli esclusivi e sportivi.
All'epoca Chrysler giocò in particolare con l'idea di trasformarsi in un marchio di lusso in stile Grande Gatsby e questa idea, maturata tra il 1993 e il 1994, si tradusse nel concept Chrysler Atlantic del 1995, un'auto oggi considerata all'apice della creatività di quel tempo.
A volere questa gigantesca coupé due posti (superava i 5 metri) che proponeva il giusto mix di retrò e moderno, furono il presidente della Chrysler Bob Lutz e il responsabile del design Tom Gale. La leggenda narra che, nel 1994, i due avessero svolto il ruolo di giudici per il Pebble Beach Concours d'Elegance. E che nel corso di quel prestigioso evento Lutz e Gale furono colpiti dal fatto che erano state iscritte diverse concept car - vecchie e nuove - che non erano arrivate a superare le preselezioni. Così Gale e Lutz decisero che l'anno successivo Chrysler avrebbe portato a Pebble Beach una sua concept car che avrebbe oscurato tutti le altre. Lutz - grande esperto di auto - trasferì in quella occasione le sue idee su un foglio che diede a Gale. E Gale a sua volta diede l'incarico al suo staff di design senza consegnare però gli schizzi. Fu invece detto loro di usare idee e stilemi delle grandi coupé francesi degli Anni '30 come le varie Delahaye, Bugatti,Talbot-Lago e Delage. Questo per creare un design originale che unisse "il meglio del vecchio con il più nuovo del nuovo".
Proprio dalla Bugatti Type 57S degli Anni '30 arrivò il nome Atlantic, mentre le linee retrò furono fortemente influenzate da quelle della Talbot-Lago T-150 del 1939. Il risultato (che si può ora ammirare nella collezione del Walter P. Chrysler Museum, ad Auburn Hills nel Michigan) fu quella che gli esperti definiscono una delle concept car più belle del dopoguerra.
Costruita in collaborazione con la californiana Metalcrafters della famiglia Gaffoglio, Atlantic era una 'fantasia' su possenti ruote da 22 pollici e che aveva sotto alla pelle un telaio tubolare con molti elementi prelevati dalla Dodge Viper (altro 'prodotto' di Lutz).
Proponeva un corretto equilibrato fra drammaticità, stilemi del passato e concretezza perfino da farla sembrare potenzialmente trasferibile alla produzione. Gli interni erano decisamente meno originali e soprattutto per nulla retro', ma non mancavano di spunti creativi. La console centrale era ricoperta con una trama intrecciata molto simile alla fibra di carbonio, mentre i sedili e le portiere erano rivestiti in pelle color crema. La strumentazione era decisamente Anni '90.
Per volontà di Lutz la Atlantic era stata costruita come concept funzionante, sebbene non fosse stato progettato per passare alla produzione, né tantomeno per essere messo in vendita.
Per ribadire il link con le antenate francesi, il concept Atlantic utilizzava un motore 4.0 a otto cilindri in linea ottenuto unendo longitudinalmente due quattro cilindri 2.0 di serie della Chrysler Neon. Erogava 360 Cv ma (come si legge nei report dell'epoca) era rumoroso, poco equilibrato e non erano in grado di garantire prestazioni particolarmente vivaci.
Dopo la presentazione al Salone di Detroit nel 1995 vennero valutate possibilità di impiego di altre parti meccaniche, tra cui il V10 della Viper. Ma il progetto si fermò all'unico esemplare di questa originale concept.
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