I nuovi modelli che Toyota e Lexus hanno presentato all'evento Kenshiki che si è svolto a Bruxelles sono solo la parte emersa del grande 'iceberg' costituito dalle attività di ricerca e di sviluppo che il il Gruppo giapponese porta avanti a livello globale utilizzando ben 22 centri di R&D.
Un impegno colossale, che abbraccia tutte le declinazioni della mobilità e dei trasporti su gomma e che punta non solo a raggiungere la neutralità carbonica ma anche a ottenere la sicurezza totale dei vicoli, a offrire il massimo piacere di guida e a far evolvere in continuazione i prodotti e il sistema industriale.
"Il settore sta vivendo grandi cambiamenti, anzi sconvolgimenti alcuni attesi, altri no - ha detto Simon Humphries chief branding officer Toyota Motor Corp - e questo ci ha fatto ricordare l'importanza della stabilità, valore che ci consente di sfidare il futuro da una posizione di forza. Gran parte della nostra stabilità è il risultato di un mantra che con il concetto di 'Auto sempre migliori' Akio Toyoda ci ha instillato più di un decennio fa": Toyota continua dunque a dimostrare il suo impegno nel soddisfare le diverse esigenze dei clienti che sono situati in regioni diverse, portando avanti la sua strategia di prodotto multi-percorso verso la neutralità carbonica. Un approccio, è stato ribadito in apertura dell'evento, che prevede un identico e responsabile impegno nei differenti ambiti dei sistemi propulsivi, dagli ibridi flex-fuel in Sud America alle nuove celle a combustibile in Giappone.
"I nostri clienti sono autorizzati a fare la scelta giusta per soddisfare le esigenze individuali - ha ribadito Humphries - e offrire scelta e opportunità è al centro di auto sempre migliori e di tutto ciò che facciamo, naturalmente includendo il percorso verso la sostenibilità".
Lo dimostra lo sviluppo di nuovi motori termici per l'era dell'elettrificazione, così da ottenere i massimi vantaggi dai sistemi ibridi. Si tratta - come è stato mostrato nell'evento di Bruxelles - di una famiglia di propulsori (per il momento 1.5 e 2.0) più compatti e soprattutto compatibili con i vari carburanti a zero emissioni di carbonio, come l'idrogeno liquido e i carburanti carbon neutral (CN).
Pur essendo altamente efficienti e potenti, questi nuovi motori di Toyota (e che verranno usati anche da Mazda e Subaru) rivoluzioneranno anche il packaging dei veicoli. Essendo compatti e più piccoli consentiranno cofani ancora più bassi, migliorando le possibilità di progettazione e le prestazioni aerodinamiche, contribuendo al contempo a una migliore efficienza.
A Bruxelles si è parlato naturalmente di idrogeno, una soluzione che è da sempre considerata da Toyota come una delle strade più interessanti e vantaggiose da percorrere. Lo conferma la terza generazione del sistema fuel cell progettato per soddisfare le esigenze specifiche del settore dell'autotrasporto offrendo la stessa durata dei motori diesel convenzionali.
Utilizzabile anche nelle auto, il nuovo sistema offre notevoli miglioramenti nelle prestazioni, tra cui il 20% in più di efficienza del carburante (e quindi una superiore autonomia) e una riduzione dei costi del 50% rispetto alla versione precedente. E, come spiegato al recente International Hydrogen & Fuel Cell Expo a Tokyo, potrà consentire una vita utile di 1 milione di chilometri.
Ma per Toyota l'idrogeno è anche un combustibile da 'bruciare' nei motori, ambito che vede l'importante e fruttuoso proseguimento nelle attività sperimentali nelle competizioni.
Anche se la maggiore sfida in questo ambito non riguarda direttamente Toyota - cioè la mancanza di stazioni di rifornimento di idrogeno.
Questi nuovi propulsori hanno ottenuto per le versioni da gara anche 400 CV ed offrono, come gli elettrici, di avere emissioni zero allo scarico.
Il primo ambito di reale applicazione sarà quello del trasporto pesante, non solo perché i mezzi da 40 tonnellate possono ospitare grandi serbatoi (600 km di autonomia) senza penalizzare la portata e le dimensioni carrozzabili, ma anche perché è in attuazione un importante piano per realizzare punti di rifornimento ogni 200 km sulle grandi direttrici stradali europee.
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