Cinquantamila bulloni a testa tonda di quelli che non si usano più, i vecchi capitelli in ghisa e i piloni risalenti al 1863 quando era anche levatoio, hanno fatto bella mostra di sé sul Ponte dell'Industria che i romani chiamano da sempre Ponte di Ferro e che ora è stato restituito alla città. Era andato a fuoco nella notte tra il 2 e il 3 ottobre del 2021 e da allora, salvo una breve parentesi, è rimasto chiuso poiché inutilizzabile, costringendo a larghi giri quelli che fino ad allora lo avevano attraversato. Con le sue 876 tonnellate di peso, la larghezza di 8 metri rispetto ai 5,5 precedenti e una capienza passata da 7 a 26 tonnellate il Nuovo Ponte dell'Industria da oggi ha una nuova vita, proprio in concomitanza con l'equinozio di primavera.
Da una parte e dell'altra del ponte i residenti dei due municipi, l'VIII e l'XI, che hanno atteso tanto questo giorno si sono finalmente incontrati passeggiandoci sopra sorridendo dopo il taglio del nastro e percorrendo anche una delle due passerelle già ultimata. Oggi hanno anche appreso che sul ponte passeranno due linee bus: il 96 che congiunge la Stazione Ostiense a Corviale e il 780 che collegherà Eur, Magliana e Piramide alla Stazione Ostiense. Tanto tempo risparmiato e traffico notevolmente ridotto.
"Un intervento straordinario per complessità e per la tempistica in cui è stato realizzato - ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri - ringrazio il governo per la collaborazione. Avevamo tre alternative: restaurare alla meno peggio il ponte ma scendendo a 3,5 tonnellate di capienza, chiuderlo o, grazie all'opportunità del Giubileo, fare un nuovo ponte con 26 tonnellate di capienza e dove possono passare gli autobus. Si sono utilizzate le tecnologie più avanzate, quelle che si usano sulle piattaforme petrolifere per evitare interventi insostenibili sul Tevere, come il jet grouting, fino a oggi mai applicata, che prevede l'iniezione, ad elevatissima velocità, di una miscela legante per il consolidamento del terreno. Questo ponte tecnicamente è stato fatto in un anno e ha pochi eguali una tempistica del genere. Metteremo sopra gli arconi che sono in fase di restauro. C'è una passerella pedonale e ce ne sarà anche un'altra".
I lavori, tra le "opere essenziali e indifferibili" del Giubileo, sono stati realizzati dal Gruppo Fs Italiane, attraverso la sua società operativa Anas, per un investimento economico di 18 milioni di euro (di cui 13 milioni di fondi giubilari e 5 milioni di Roma Capitale).
Soddisfatto anche il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini: "Sono contento che il nostro ministero e le nostre società siano protagonisti di questa messa in sicurezza di Roma, da Piazza Pia a Termini, agli 800 milioni di euro che stiamo investendo sull'acquedotto. Spesso la politica si divide, polemizza, anche su cose non centrali nella vita dei cittadini.
Ma opere come questa riavvicinano i quartieri di Roma. Investire in ponti significa migliorare la vita dei cittadini".
La fase più delicata dei lavori è stata il consolidamento delle fondazioni, intervento cruciale per garantire la stabilità di una struttura con oltre 150 anni di storia. Il consolidamento è stato fatto mediante colonne di grande diametro, circa 1,7 metri, posizionate all'esterno delle pile esistenti, spinte fino a 59 metri di profondità, pari a un palazzo di circa 20 piani.
Smontaggio e montaggio dell'impalcato sono stati altrettanto complessi: la prima operazione, svolta in più fasi, si è avvalsa di una gru da 600 tonnellate per sollevare le campate. Il restauro delle arcate del ponte, affidato a un'impresa specializzata, sarà completato entro l'estate. Entro l'anno saranno ricollocate sull'infrastruttura.
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