A novembre partirà a Mirafiori la produzione della 500 ibrida e si faranno 130.000 macchine in più. "Risolviamo il problema di questa fabbrica, non voglio che i lavoratori passino la vita in cassa integrazione" dice Jean Philippe Imparato, responsabile europeo di Stellantis, che al Museo dell'Automobile di Torino dialoga con un ex del gruppo Alfredo Altavilla, oggi special advisor della cinese Byd.
L'evento è organizzato da Forza Italia per accendere i riflettori sull'automotive e costruire le basi per il rilancio del comparto. I relatori sono tanti: esponenti nazionali e locali del partito, manager delle case automobilistiche, esperti del settore. Assente per un lutto familiare il vicepremier e ministro degli Esteri, Alberto Tajani, ci sono i ministri Gilberto Pichetto e Paolo Zangrillo, i capigruppo parlamentari Maurizio Gasparri e Paolo Barelli, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
Non c'è all'orizzonte per Torino, ma neppure per l'Italia, il terzo sito europeo di Byd. "Evitiamo di farlo diventare un tormentone. Abbiamo due impianti in Europa, uno in Ungheria che inizierà tra pochi mesi la produzione, e un altro in Turchia.
Cominciamo a saturare questi" dice Altavilla che invita l'industria europea a collaborare con quella cinese perché "può essere un aiuto per tutti per offrire tecnologie e prodotti in linea con i desiderata dei consumatori europei". Sia Imparato sia Altavilla chiedono all'Europa regole certe: "Vogliamo un commercio libero, equo e stabile Abbiamo bisogno di stabilità" dice il manager di Stellantis.
"Nel settore automotive, che è la parte più importante della manifattura italiana, abbiamo 280 mila occupati diretti e oltre un milione indiretti. La sfida che si sta vivendo sul fronte dell'elettrico e dei dazi con gli Stati Uniti mette a dura prova il nostro sistema produttivo" afferma Pichetto, mentre Gasparri invita l'Europa "a rivedere i tempi e le modalità del passaggio alle auto di nuova generazione. L'agenda non la detta Greta Thunberg con le sue bugie" e consiglia a John Elkann "di farsi restituire un po' di soldi da Tavares". Zangrillo sgombera il campo dall'equivoco che il riarmo sia un'alternativa all'industria automotive: "chi lo dice non ha capito che stiamo parlando di due cose che nulla ci azzeccano" spiega.
"Non siamo più soli a combattere per l'auto, ormai il tema -.afferma Cirio - è diventato europeo, coinvolge anche la Germania. Quindi dobbiamo intervenire tutti insieme a livello di Unione Europea sui dazi e sulla transizione verso l'elettrico che è un percorso obbligato ma deve essere fatto con il giusto equilibrio, salvaguardando i posti di lavoro".
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