Il vicepresidente del Consiglio e
ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini,
ha scritto al presidente dell'Associazione Nazionale dei Comuni
Italiani, Gaetano Manfredi, per sollecitare un aggiornamento
sulle iniziative intraprese in merito alla richiesta di
censimento dei dispositivi di controllo della velocità
attualmente in uso presso i comuni italiani.
Nella lettera, facendo seguito alla precedente comunicazione
del 27 marzo, il ministro ha ribadito l'importanza di questa
ricognizione per fare chiarezza sullo stato attuale degli
autovelox sul territorio nazionale. "Alla luce delle recenti
sentenze della Corte di Cassazione sui requisiti di approvazione
ed omologazione", ha scritto il ministro, "l'accertamento del
numero dei dispositivi effettivamente utilizzati e del relativo
regime di approvazione rappresenta una condizione necessaria e
un presupposto indefettibile per poter riavviare il procedimento
relativo all'adozione del decreto interministeriale sulle regole
di omologazione dei medesimi".
Salvini ha sottolineato come, in assenza di un quadro
statistico unitario, solo un'effettiva ricognizione "dal basso"
della coerenza dei dispositivi in uso con gli standard tecnici,
in grado di assicurarne un utilizzo aderente alle esclusive
finalità di sicurezza stradale, permetterà di definire la
portata del decreto attuativo sui requisiti di omologazione.
La richiesta del Mit, precisa una nota, sottolinea la
determinazione a garantire trasparenza e l'uso degli autovelox
esclusivamente per la sicurezza stradale.
Anci a Salvini, 'ricognizione autovelox fatta, serve norma'
L'associazione dei comuni italiani "ha già provveduto alla ricognizione circa i dispositivi e i relativi prototipi approvati dal Ministero Infrastrutture e Trasporti, per avere a disposizione un campione di dati rappresentativi dei Comuni italiani distinguendo tra specificità territoriali e dispositivi fissi e mobili di controllo della velocità a distanza". E' quanto risponde il presidente dell'Anci, Gaetano Manfredi, all vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che gli ha scritto per sollecitare un aggiornamento sulle iniziative intraprese in merito alla richiesta di censimento dei dispositivi di controllo della velocità attualmente in uso presso i comuni italiani. Da una prima lettura dei dati, emerge come per i dispositivi fissi circa il 59,4% dispongono di decreti di approvazione precedenti al 2017 e per un 40,6% successivi al 2017, mentre sui dispositivi mobili il dato mostra per un 67,2% decreti di approvazione precedenti al 2017 e un 32,8% successivi al 2017, fa sapere Manfredi, il quale ricorda che in seguito della pronuncia della Corte di Cassazione, si è proceduti con il Tavolo tecnico istituito presso il ministero che ha proposto uno schema di decreto "per fare fronte alla situazione non più procrastinabile di vuoto normativo, in un contesto in cui la velocità rimane tra le prime tre cause principali della mortalità in strada. Auspichiamo pertanto che si possa arrivare quanto prima alla definizione del quadro normativo di riferimento per dare risposta agli operatori di polizia stradale e agli utenti, tenuto conto delle esclusive finalità di sicurezza stradale", conclude Manfredi.
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