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Sindrome metabolica, stile di vita sano miglior prevenzione

Sindrome metabolica, stile di vita sano miglior prevenzione

Esperti,'farmaci e chirurgia utili ma non c'è terapia specifica'

ROMA, 14 aprile 2025, 12:56

Redazione ANSA

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Non esiste una terapia specifica contro la sindrome metabolica, l'insieme di condizioni mediche in grado di aumentare significativamente il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e altre gravi patologie, ma la perdita di peso e uno stile di vita sano rimangono le armi più efficaci per prevenirla. Lo ribadiscono gli esperti nel corso del 31° Congresso nazionale delle Malattie Digestive, promosso dalla Federazione Italiana delle Società delle Malattie dell'Apparato Digerente (Fismad), a Roma fino al 15 aprile. "Non esiste una terapia specifica contro la sindrome metabolica, a parte il consiglio di seguire la dieta mediterranea ed un corretto stile di vita, basato sul controllo del peso corporeo e sulla regolare attività fisica - spiega Gianluca Svegliati Baroni, Associato in Gastroenterologia all'Università Politecnica delle Marche e responsabile della struttura dipartimentale Danno Epatico e Trapianti presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche di Ancona-. I medici di base possono gestire le prime fasi della terapia aiutando il paziente a correggere lo stile di vita, incentivando l'attività fisica quotidiana che lo aiuti a perdere quella quota di peso necessaria a guarire". In particolare, per il danno epatico legato alla sindrome metabolica, è dimostrato che la perdita fra il 7 e il 10% del peso corporeo porta alla risoluzione delle anomalie istologiche. "La maggior parte delle malattie epatiche - prosegue - è legata a fattori metabolici e all'alcol. Il 90% di queste patologie potrebbe essere curato semplicemente modificando lo stile di vita". Una delle alternative terapeutiche della sindrome metabolica è la chirurgia bariatrica applicata però solo a pazienti con obesità severa e in condizioni cliniche ottimali. All'Università Federico II di Napoli, il gruppo guidato da Filomena Morisco ha avviato uno studio sull'uso della chirurgia nei pazienti con Metabolic dysfunction-associated steatotic liver disease (Masld). "L'obiettivo - spiega - era valutare il miglioramento della steatosi e della fibrosi epatica dopo l'intervento". Lo studio ha coinvolto 96 pazienti, con controlli clinici ed elastografia. "I risultati sono stati positivi e rapidi: già dopo 6-12 mesi si è osservata una riduzione significativa dei danni al fegato". Un'altra via in fase di studio è quella farmacologica. "Stiamo valutando l'efficacia dei Glp-1 agonisti, già usati contro il diabete, che aiutano a perdere peso e migliorano steatosi e steatoepatite, spesso legate alla sindrome metabolica", conclude.
   

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