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Due nuovi esperimenti italiani sulla Stazione spaziale

Due nuovi esperimenti italiani sulla Stazione spaziale

Per monitorare le radiazioni e la salute cardiovascolare

20 marzo 2025, 07:31

di Elisa Buson

ANSACheck
La Stazione Spaziale Internazionale (fonte: NASA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Stazione Spaziale Internazionale (fonte: NASA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Con la navetta Crew Dragon agganciata nelle scorse ore alla Stazione spaziale internazionale, sono arrivati in orbita due nuovi esperimenti finanziati dall’Agenzia spaziale italiana: Iris, che monitorerà in tempo reale le radiazioni ricevute dagli astronauti, e Drain Brain 2.0, per la misurazione non invasiva di importanti parametri cardiovascolari.

"I risultati contribuiranno ad aumentare la conoscenza dell’ambiente radiativo in cui operano gli astronauti e forniranno indicazioni sull’adattamento del sistema cardiovascolare in condizioni di microgravità", spiega Barbara Negri, responsabile Ufficio Volo Umano e Sperimentazione dell’Asi. "L’ambiente ostile, la lunga durata del viaggio e le radiazioni cosmiche sono fra i principali ostacoli che gli astronauti dovranno affrontare per voli di lunga durata verso la Luna o Marte”.

L'esperimento Iris, realizzato dall’Istituto nazionale di fisica nucleare - Ttlab insieme all’Università di Bologna, ha come obiettivo quello di monitorare in tempo reale la quantità di radiazioni ionizzanti ricevute durante le attività quotidiane dagli astronauti. Prevede l'utilizzo di dosimetri personali attivi, ovvero sensori realizzati con materiali innovativi che rileveranno e trasmetteranno in tempo reale alla centrale operativa la dose di radiazioni ricevuta da chi li indossa, permettendo di attivare un allarme immediato in caso di sovraesposizione.

L'esperimento Drain Brain 2.0, realizzato in collaborazione con l'Università di Ferrara, prevede che gli astronauti indossino uno strumento progettato per rilevare e monitorare in modo non invasivo alcuni importanti parametri per la salute cardiovascolare. Nello specifico, saranno rilevati i segnali di flusso nella vena giugulare e nell’arteria carotide, i vasi principali del cosiddetto asse cuore-cervello. Oltre a valutare l'adattamento fisico degli astronauti all'ambiente spaziale, questo studio potrà avere importanti ricadute anche per l'assistenza sanitaria a distanza delle persone con scompenso cardiaco.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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