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Olio, vino e formaggi, il cibo made in Italy trema per i dazi

Olio, vino e formaggi, il cibo made in Italy trema per i dazi

Gli Usa secondo mercato, prosecco e pecorino tra i più vulnerabili

ROMA, 12 marzo 2025, 21:19

di Alessandra Moneti

ANSACheck

 I dazi minacciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump rischiano di penalizzare le produzioni made in Italy più competitive per il rapporto qualità-prezzo, e non le nicchie del lusso. E a soffrire potrebbero essere soprattutto alcuni dei prodotti più diffusi del settore agroalimentare, come emerge da uno studio Nomisma per Cia-Agricoltori Italiani: il pecorino romano in primis, consumato perlopiù grattugiato e quindi più facilmente sostituibile con similari in caso di forte rialzo dei listini.

Con l'eventuale ritorno in auge delle barriere commerciali, poi, nel mercato a stelle e strisce tra i prodotti più vulnerabili risultano il sidro di mele, gli oli e gli aceti. Ma anche vini Dop con prezzi di fascia media, come il 're' prosecco: "Quasi il 98% delle bottiglie italiane", stima l'Unione Italiana Vini (Uiv) nel segnalare la corsa agli acquisti in atto Oltreoceano. Secondo l'Osservatorio Uiv, l'ultimo bimestre 2024 si è chiuso con un exploit di crescita del 20% del volume dell'export rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Mentre con l'ipotesi dazi al 25% il danno per il vino italiano potrebbe essere di circa 470 milioni di euro solo per gli effetti diretti della domanda Usa, senza contare quelli indiretti sull'export globale che spostano il conto dei danni a quasi un miliardo di euro.
Per il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini "urge un'azione diplomatica forte per trovare una soluzione e non compromettere i traguardi raggiunti finora. L'export agroalimentare negli Usa è cresciuto del 158% in dieci anni e oggi gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di riferimento mondiale per cibo e vino made in Italy, con 7,8 miliardi di euro messi a segno nel 2024".
"Sui dazi Usa - ha detto il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida alla X Conferenza economica della Cia - condividiamo ogni strada che venga percorsa insieme dall'Unione Europea. Stiamo collaborando per avere una posizione unitaria dell'Ue". Alla Fiera di Verona prova a calmare gli animi Matteo Salvini, ricordando che "sia con Trump che con Biden l'Italia ebbe non la fortuna, ma l'abilità di contrattare, ed alcuni prodotti, ad esempio il vino, furono esentati dai dazi".
Mentre il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari, presente alla Conferenza Cia, chiede per il comparto agricolo un piano strategico nazionale. Intanto la Arnaldo Caprai di Montefalco, uno dei produttori più noti di Sagrantino, ha già spostato negli States tutto il prodotto necessario a coprire il proprio mercato Usa fino al primo trimestre 2026. Diversificare in più mercati e posizionarsi nell'alto di gamma è la ricetta della veneta Pasqua Vini che propone di far assorbire eventuale dazi "un terzo dal produttore, un terzo dal dealer e un terzo dal cliente per quelli di fascia alta". "Il vino italiano - conclude il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella - ha un grande appeal negli Stati Uniti, è un'icona al pari del Parmigiano e, quindi difficilmente i consumatori rinunceranno alle nostre bottiglie, anche se inevitabilmente una contrazione dei consumi ce la dovremmo attendere". 

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