BOLOGNA - E' l'artefice del recente riconoscimento della Transumanza come patrimonio culturale dell'Unesco e, prima ancora, delle Colline del Prosecco, della Dieta Mediterranea e dell'arte dei Pizzaioli napoletani. Oggi, Pier Luigi Petrillo - rappresentante italiano nel Comitato Unesco che valuta le candidature a Patrimonio culturale immateriale dell'Umanità - ha ricevuto il premio 'Bologna Award City of Food Master Award 2019 e, nella città del tortellino, non si è sottratto ad una riflessione sulla possibilità di candidare al riconoscimento anche l'arte del preparare la sfoglia a mano.
Un iter su cui aveva puntato, quando era ancora sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni, oggi candidata leghista alle elezioni regionali del 26 gennaio. "La pasta non può essere candidabile" nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità-Unesco, ha osservato replicando ai cronisti che gli chiedevano un commento in merito ma "quello che può esserlo è la tradizione delle sfogline, che è antica, viene tramandata di generazione in generazione e svolge una precisa funzione culturale per una parte di questa società".
Quindi, ha argomentato ancora Petrillo, "è una candidatura coerente con i riconoscimenti che Unesco dà, l'importante è che si evidenzi la dimensione identitaria: non il prodotto finito, che è del tutto irrilevante, ma il ruolo che le sfoglie hanno svolto nella tradizione".
L'esponente dell'Unesco, che ha chiarito che questa candidatura seguirebbe un "percorso diverso" rispetto a quello dei portici di Bologna, ha ricordato che per le sfogline "qualche tempo fa era stata avanzata questa ipotesi che non mi sembra un'ipotesi campata di aria, si tratta di scrivere bene il dossier. Però, ecco, l'elemento cultura c'è. Occorre evidenziare il fatto che il preparare questo tipo di pasta rappresenta un fattore identitario per le famiglie di questa città". Sulla possibilità affiancare alla candidatura dei Portici quella delle sfogline, Petrillo ha concluso con un "lavorateci".
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