- L'Ambasciata di Washington ha rivolto alla nostra Associazione una richiesta puramente esplorativa, atta a constatare la capacità e l'eventuale disponibilità da parte delle aziende aderenti ad Unaitalia ad esportare uova negli Usa nei prossimi mesi. Così all'ANSA Unaitalia (Unione Nazionale Filiere Agroalimentari delle Carni e delle Uova) in relazione alla carenza di uova negli Usa dettata dall'aviaria con conseguente impennata dei listini di vendita.
"La richiesta dell'Ambasciata - precisa l'associazione - è stata di natura conoscitiva, nel contesto di una consolidata e costruttiva relazione di natura istituzionale in essere da anni, come del resto avviene anche con altre realtà. Le filiere aderenti ad Unaitalia, che esprimono circa il 30% della produzione complessiva italiana di uova, ad oggi non sono state in grado di dare seguito alla richiesta. Il nostro Paese, infatti, non ha grandi capacità di export, dal momento che la produzione è per lo più destinata a soddisfare il mercato nazionale e siamo autosufficienti solo al 97%. Inoltre, in questo periodo specifico registriamo una domanda interna piuttosto sostenuta", viene sottolineato in vista della Pasqua.
Secondo le stime Unaitalia, nel 2024 la produzione italiana di uova si è attestata a circa 12,9 miliardi (+ 3% rispetto al 2023), affiancata da un aumento di consumi del +3,1%, pari a 220 uova pro-capite. Di questi circa il 68% è assorbito dalle famiglie, mentre il restante 32% viene destinato all'industria e all'artigianato, e consumato attraverso pasta, dolci e preparazioni alimentari varie. Un comparto strategico anche in Europa: l'Italia è il quarto produttore di uova a livello Ue dopo Francia, Germania e Spagna, posizione che ricopre dal 2020.
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