"L'export agroalimentare veneto
vale 1 miliardo di euro all'anno. Difficile fare previsioni, ma
con questi dazi applicati dagli Usa, un 20% che farà molto male,
rischiamo un tracollo". Lo afferma in una nota il presidente di
Cia Veneto, Gianmichele Passarini.
Oltre al vino, tra i principali prodotti esportati dal veneto
negli Stati Uniti figurano l'olio, la pasta e i formaggi.
Nell'ultimo decennio l'export agroalimentare veneto in direzione
Usa è aumentato di più del 50%. Per Passarini "tale nuova
barriera protezionistica rappresenta uno stop pericoloso; avrà,
inoltre, delle ripercussioni anche sugli altri mercati, i quali
saranno inflazionati da merci originariamente destinate ai porti
a stelle e strisce. Questa disputa commerciale, che alla lunga
vedrà tutti gli attori perdenti, comporterà un sicuro incremento
dell''Italian sounding', ovvero la commercializzazione di
prodotti contraffatti all'apparenza italiani. Nello specifico,
sarà il Prosecco a risentire maggiormente dei dazi: dal Veneto
quota 491 milioni di valore all'anno verso gli Usa. La
negoziazione dell'Unione Europea dovrà essere ferrea anche se
percepiremo solo fra qualche tempo la vera ondata post dazi. In
ogni caso - conclude - bisognerà pure mirare ad altri mercati
emergenti, come quelli dei Paesi del Mercosur, India e Nord
Africa, nella logica della massima diversificazione".
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