Via libera all'iter finale per la
Indicazione geografica protetta all'Olio extravergine d'oliva
delle Marche, dopo la riunione di pubblico accertamento tenuta
lunedì ad Ancona e presieduta dall'assessore all'Agricoltura,
Maura Malaspina. L'incontro ha visto la partecipazione dei
funzionari del ministero delle Politiche agricole alimentari e
forestali per l'espletamento della "procedura di pubblico
accertamento", finalizzata alla validazione del disciplinare di
produzione allegato alla richiesta di registrazione dell'Igp
"Olio extravergine d'oliva delle Marche", avanzata dal Consorzio
Marche Extravergine nel 2013.
All'iniziativa hanno preso parte circa cento persone, tra
olivicoltori, frantoiani e loro associazioni, sindaci e
portatori d'interesse. Dopo una valutazione preliminare,
effettuata congiuntamente da ministero e Regione, il Consorzio
ha provveduto a integrare la domanda soprattutto per quanto
concerne la dimostrazione della reputazione e le caratteristiche
del prodotto, l'uso consolidato della denominazione "Marche" e
il processo produttivo. L'assessore ha sottolineato, durante il
suo intervento, l'interesse della Regione e dell'assessorato
all'Agricoltura alla rapida approvazione del disciplinare e
della prima Igp dell'Olio Extravergine delle Marche. Ha anche
ricordato come la Giunta regionale abbia già espresso parere
favorevole lo scorso novembre. "Sono felice che questa riunione
di pubblico accertamento si sia conclusa positivamente - ha
detto Malaspina - ora, il ministero potrà pubblicare il
disciplinare sulla Gazzetta Ufficiale e, trascorsi 30 giorni
senza che vi siano state opposizioni ricevibili, invia il
dossier alla Commissione Europea per la valutazione finale".
L'assessore ha anche ricordato che una richiesta di
registrazione di Denominazione di origine protetta su scala
regionale è già stata respinta dall'Unione europea per la
disomogeneità dell'ambiente pedoclimatico e degli oli ottenuti.
Rendendosi così obbligata la scelta di percorrere la strada
della Igp, considerato come lo strumento di tutela maggiormente
idoneo in relazione alla realtà produttiva marchigiana.
Relativamente alla denominazione, poi, è emerso che l'uso del
nome prescelto "Marche" è ampiamente documentato nell'antichità,
mentre la base varietale farà riferimento per almeno l'85% a 12
varietà locali: Piantone di Mogliano, Ascolana Tenera, Ascolana
Dura, Orbetana, Pendolino, Piantone di Falerone, Sargano di
Fermo, Carboncella, Raggia, Raggiola, Rosciola, Leccino,
Mignola, Coroncina, Frantoio e Moraiolo. La zona di produzione
sarà l'intera regione Marche, con circa 13.500 ettari coltivati.
Quanto al metodo di ottenimento, non sono previsti vincoli
particolarmente onerosi né in oliveto né in frantoio, se non
l'obbligo di spremitura a freddo e le caratteristiche di qualità
del colore, delle caratteristiche olfatto - gustative, nonché le
caratteristiche qualitativo-chimico che ne caratterizzeranno
l'elevata qualità: buon livello di polifenoli e la bassa
acidità.
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