Contro tarocchi come la 'palenta'
dalla Croazia o i 'chapaghetti' coreani, ma anche formaggi e
salumi prodotti con latte o suini stranieri ma col tricolore in
etichetta, occorrono controlli e trasparenza sull'origine. E' il
messaggio lanciato al Fermo Forum nell'incontro promosso dalla
Coldiretti che ha aperto la tre giorni di Tipicità.
Dal 'primo naturale natural salami' fatto in Usa alla
'pomarola' brasiliana, dall''italiano pasta' made in Egitto ai
'capelettini carne' argentini, sono tanti gli 'orrori' in tavola
scovati dalla Coldiretti in giro per il mondo. Ma ci sono anche
mozzarella, ricotta e mascarpone prodotti in Russia per
sostituire sul mercato i prodotti italiani bloccati
dall'embargo. "Fenomeni che rappresentano un vero e proprio
tradimento dell'esperienza di un territorio - ha commentato
Andrea Baldanza, magistrato della Corte dei Conti e
vicepresidente del Comitato scientifico dell'Osservatorio sulla
criminalità nell'agroalimentare -. Occorre un impegno di tutti i
soggetti pubblici affinché lo spazio comunitario non sia un 'non
luogo' ma diventi un mercato consapevole dove i consumatori
sanno che ciò che acquistano è prodotto in un determinato
territorio".
"Il finto Made in Italy vale oggi 60 miliardi di euro, il
doppio del valore del nostro export, soldi che vengono sottratti
alle nostre imprese agricole - ha ricordato Paolo Mazzoni,
presidente della Coldiretti di Ascoli Fermo -. L'esperienza
dell'Osservatorio sulla criminalità, con il supporto di
personalità come l'ex procuratore Giancarlo Caselli, è
importante proprio in questa direzione". Il comandante del Corpo
forestale dello Stato, Cinzia Gagliardi, ha illustrato
l'attività di controllo a tutela del Made in Italy, mentre
l'assessore regionale all'Agricoltura, Maura Malaspina, ha
rimarcato la strategicità dell'agroalimentare nel rilancio
dell'economia regionale.
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