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Un figlio da sola con la fecondazione assistita: la battaglia di Evita per le donne single

Un figlio da sola con la fecondazione assistita: la battaglia di Evita per le donne single

La sentenza è attesa a giorni. L'associazione Coscioni: "Garantire pari diritti"

14 marzo 2025, 19:08

di Chiara Acampora

ANSACheck
Una donna in gravidanza (foto di archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una donna in gravidanza (foto di archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si è vista negare la possibilità di avere un figlio con la procreazione medicalmente assistita, ma Evita ha deciso di non arrendersi e ha contribuito a far arrivare alla Consulta la battaglia delle donne single per accedere alla fecondazione assistita. L'11 marzo si è tenuta l'udienza pubblica davanti alla Corte costituzionale: la sentenza è attesa nei prossimi giorni.

I giudici sono stati chiamati a vagliare la questione di legittimità sollevata dal tribunale di Firenze nell'ambito di un procedimento avviato dalla quarantenne di Torino, alla quale è stata negata la sua richiesta di accesso alla procreazione medicalmente assistita (pma) in un centro in Toscana.

In particolare, la giudice ha rimesso la questione alla Consulta ritenendo che ci siano sufficienti motivi per dubitare della legittimità dell'articolo 5 della legge 40 che consente l'accesso a queste tecniche esclusivamente alle coppie di sesso diverso stabilmente conviventi o coniugate.

Nel procedimento dinanzi al tribunale di Firenze sono stati ammessi gli interventi di Serena, anche lei donna single che chiede l'accesso alla procreazione assistita, e dell'associazione Luca Coscioni in rappresentanza dei propri associati, oggi tutte parti del giudizio davanti alla Corte.

"La modifica della legge sarebbe un passo necessario per garantire pari diritti alle donne che provano a diventare madri" sottolinea l'avvocata Filomena Gallo, che davanti alla Consulta - in rappresentanza delle due donne e dell'associazione Coscioni - ha chiesto di dichiarare illegittima quella norma. In udienza stamattina un collegio di legali tutto al femminile.

Per l'avvocata Gallo, "la rimozione del divieto non comporterebbe un vuoto normativo, perché le tecniche eterologhe sono legali dal 2014". Durante la discussione, ha evidenziato che "la Corte costituzionale, nel corso dei 21 anni di vigenza della legge 40 del 2004, ha già avuto un ruolo fondamentale nel ripristinare la legalità costituzionale e nell'affermare i diritti fondamentali. Ci sono state cinque dichiarazioni di incostituzionalità - ha sottolineato - che hanno avuto effetti concreti e tangibili: famiglie con bambini che crescono e che sono il futuro del nostro Paese". Di diverso avviso l'Avvocatura dello Stato che considera "inammissibile" la questione di legittimità sollevata.

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