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Medico arrestato indagato anche per la morte della suocera

Medico arrestato indagato anche per la morte della suocera

'Ma gli esiti preliminari sono da confermare'. Gianpaolo Amato è accusato di aver assassinato la moglie con una somministrazione di farmaci

BOLOGNA, 13 aprile 2023, 07:23

Redazione ANSA

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Isabella Linsalata (Foto da Facebook) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Isabella Linsalata (Foto da Facebook) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Isabella Linsalata (Foto da Facebook) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il medico bolognese Giampaolo Amato risulta indagato anche per la morte della suocera, Giulia Tateo, morta 22 giorni prima della figlia Isabella Linsalata. Emerge dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Claudio Paris, dove si sottolinea però che gli esiti medico-legali su questo secondo caso di possibile omicidio con somministrazione di farmaci sono da intendersi "come preliminari e necessitanti di indagini di conferma". Le analisi sono "risultate positive a Midazolam ed al suo metabolita", ed è emerso anche il sospetto della presenza di sevoflurano nel prelievo di polmone.

Il movente dell'omicidio di Linsalata è "di tipo innanzitutto sentimentale, senza tuttavia potersi neppure escludere l'incidenza di spinte di tipo economico". A questa conclusione arriva il gip. Amato è accusato di aver assassinato la moglie 62enne con una somministrazione di farmaci, tra 30 e 31 ottobre 2021. Il gip ricostruisce la relazione extraconiugale dell'indagato con una giovane e conclude che è "senz'altro questo inconfessabile desiderio", lasciare la moglie per un'altra, "che lo ha spinto a cagionarne volontariamente la morte". Un'ipotesi plausibile è che Amato abbia somministrato i farmaci letali alla moglie all'interno di una tisana.

Il gipo sotolineo poi che anche la donna con cui Amato ebbe una relazione extraconiugale è posta nel "concreto rischio di subire una sorte analoga a quella della Linsalata, tanto più ove la stessa dovesse decidere davvero di rifarsi una vita". Il gip motiva così le esigenze cautelari per il medico 64enne. Nel delineare la personalità dell'indagato il gip ricorda gli esami fatti dalla moglie che avevano rilevato la presenza di ansiolitici che lei non assumeva, già nel 2019: "Nonostante questa consapevolezza e la previsione dunque di poter esser smascherato guadagnandosi un ergastolo, anche a distanza di quasi due anni e mezzo da quei primi tentativi, non riesce ad astenersi dal suo proposito omicidiario, in preda com'è a quell'irrefrenabile e morboso desiderio" dell'altra donna.

L'indagato, dipendente dell'Ausl, viene descritto dal gip come "un uomo al cospetto di dolorosissime decisioni, diviso com'è tra la volontà di non far soffrire i propri familiari e il desiderio di vivere liberamente la sua relazione con la giovane amante (che tuttavia nella sua mente, nonostante la non semplice tempistica di realizzazione, ha ormai assunto un'incidenza soverchiante)". Proprio per via "delle sue palesate ambiguità subisce in quel periodo una serie di pressioni, frustrazioni ed umiliazioni che ne fanno un uomo all'angolo, infelice e pericoloso".

Il giudice, accogliendo e facendo proprie le richieste della Procura, prosegue il ragionamento: "È chiaro che questo stato di cose si risolverebbe d'un tratto se cessasse di frapporsi l'unico ostacolo alla sua storia d'amore" ossia "il suo matrimonio con la Linsalata; o meglio, si risolverebbe in maniera tutto sommato indolore per l'immagine che vuole preservare di sé, se tale matrimonio cessasse per cause di forza maggiore, per nulla riconducibili agli occhi dei terzi alle sue défaillances di marito, ed al suo desiderio, potenzialmente già trapelato o comunque intuibile, di lasciare la moglie per un'altra donna". E quindi "è senz'altro questo inconfessabile desiderio che può averlo spinto già nel 2019 ad attentarne alla vita", sempre con una somministrazione di farmaci, "come pure è senz'altro questo inconfessabile desiderio che lo ha spinto a cagionarne volontariamente la morte nel 2021". Il movente economico, invece, individuato dal giudice diversamente da quando sostenuto dalla Procura, riguarda la situazione "tutt'altro che florida" dell'indagato, anche per via della dispendiosità della relazione extraconiugale".

Sicché "avrebbe molto da perdere da un eventuale divorzio con la moglie - che viceversa dispone di un apprezzabile patrimonio immobiliare - e già gliene ha prospettato la possibilità". Di contro, "l'eventualità di rimanere vedovo, oltre a regalargli la possibilità di vivere finalmente la propria storia d'amore" con l'amante, "gli offrirebbe altresì una lusinghiera successione". Dopo la morte della moglie, tuttavia, la relazione tra i due si è interrotta, da quando l'amante è stata sentita come testimone in relazione all'indagine per omicidio.

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